La Cassazione interverrà il 24 febbraio
L'anarchico Alfredo Cospito può restare al 41-bis o, in alternativa e con le dovute cautele, tornare al regime di alta sicurezza. E' questo il parere della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo che è stata interpellata sul punto dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. Il Guardasigilli, infatti, entro il 12 febbraio dovrà rispondere all’istanza di revoca del carcere duro presentata dal legale dell’anarchico in sciopero della fame, Flavio Rossi Albertini. Il documento è stato consegnato martedì 31 gennaio e consiste in una decina di fogli.
A quanto è dato sapere la Dna non darebbe un’indicazione netta sul caso, ma apre uno spiraglio per una vita detentiva alternativa. Ciò non significa che la decisione di applicare il 41-bis a Cospito, che fu presa nel maggio 2022 dall'ex ministra Marta Cartabia, si sia basata su dati infondati.
Secondo quanto riportato nel quotidiano La Repubblica, nella relazione dell’Antiterrorismo si cita anche il documento riservato – in possesso del ministero della Giustizia – che contiene i dialoghi ascoltati in carcere tra Cospito e quei detenuti mafiosi con lui al 41-bis.
E si dà anche conto della sentenza della Corte d'Assise di Roma che ha assolto alcuni imputati anarchici, sostenendo – tra le altre cose – che “non sono obiettivamente rintracciabili”, direttive fornite loro da Cospito dal carcere. Un elemento che è centrale secondo l'avvocato Rossi Albertini che ha presentato il ricorso.
Parere negativo alla revoca, invece, è stato dato dalla Procura generale di Torino, l’ufficio inquirente responsabile dell’esecuzione della pena, l’altra autorità giudiziaria che il ministro è obbligato a sentire prima di esprimersi.
La relazione dei magistrati piemontesi è arrivata n via Arenula giovedì 2 febbraio e secondo quanto riportato dall'agenzia Ansa, il documento contiene dei riferimenti alla necessità di monitorare costantemente le condizioni di salute del detenuto.
Infine resta aperto il fronte della Corte di Cassazione che dovrò esprimersi sul ricorso della difesa contro l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Roma che aveva confermato il 41-bis. Invece che il 7 marzo, i giudici decideranno il 24 febbraio (la prima data fissata era il 20 aprile).
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