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"La disciplina della giustizia riparativa introdotta dalla riforma Cartabia potrebbe essere differenziata in rapporto alle ipotesi di reato in modo da rendere efficace questo strumento anche rispetto alle più gravi vicende criminali, che richiedono forme di riparazione appropriate". Così ha detto Antonio Balsamo, Presidente del Tribunale di Palermo e direttore del Centro studi Nino Abbate, al Webinar organizzato dal suddetto centro, da Unicost, sull'ergastolo ostativo. "La riforma dell'ergastolo ostativo può così divenire un importante test per realizzare contemporaneamente nel modo più pieno il diritto alla verità e il diritto alla speranza", continua Balsamo. "Sarebbe incomprensibile per i cittadini se venisse compiuta la demolizione di un impianto normativo fortemente voluto da Giovanni Falcone, e venisse aperta la strada alla scarcerazione di coloro che hanno deciso e attuato attacchi terroristici come le stragi di Capaci e via D'Amelio, senza poi mostrare neppure il minimo rispetto per le vittime, per il loro dolore, per il loro bisogno di verità", aggiunge il magistrato.
All'incontro è intervenuto anche Federico Cafiero de Raho, ex magistrato ed oggi politico dei cinque stelle: "Il tema oggetto del convegno odierno è di altissimo rilievo. Esso riguarda la capacità del nostro Paese di proseguire nel contrasto alle mafie rispettando pienamente i principi della nostra costituzione e primo tra tutti quello della finalità di rieducazione della pena. Ma anche rispettando le esigenze di prevenzione generale soprattutto nei confronti delle mafie. Occorre, quindi, che la modifica legislativa possa riconoscere benefici penitenziari solo a quei mafiosi che hanno interrotto totalmente i collegamenti con l'organizzazione mafiosa e per i quali sia escluso il pericolo di ripristino di tali collegamenti; non solo, ma occorre altresì che il condannato mostri in modo evidente il ravvedimento, che è pentimento civile e completamento del percorso di riconciliazione nei confronti delle famiglie delle vittime e della società tutta, anche con richieste di perdono e gesti risarcitori, in modo concreto, verso le vittime dei reati".
Successivamente è intervenuta anche la parlamentare di FdI Maria Carolina Varchi, componente della Commissione Giustizia della Camera: "L'ergastolo ostativo è un istituto giuridico importante che intendiamo salvaguardare nella sua interezza. Chi non collabora e non dimostra la rescissione di ogni legame col contesto ambientale criminoso di provenienza non può accedere ad alcun beneficio". "La sentenza Viola c. Italia, premessa "europea" della riforma dell'ergastolo ostativo, presenta sia luci che ombre. È da queste che occorre muovere, perché solo una piena consapevolezza della complessità della questione, e di tutte le relative implicazioni, consente di intervenire in modo maturo su un istituto che rimane comunque fondamentale nella normativa anti-mafia italiana e il cui spirito merita di essere salvaguardato nell'opera di armonizzazione con il quadro costituzionale ed europeo affidata al legislatore, cui spetta il compito di trovare la soluzione normativa più idonea", ha infine commentato la europarlamentare del Pd Caterina Chinnici.

Foto © Deb Photo

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