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Dopo 2,6 miliardi pagati nel 2014 al fisco statunitense, Credit Suisse ha ribadito: “non tolleriamo l’evasione fiscale”

Altri guai per Credit Suisse, la banca svizzera che già nel 2014 ha dovuto pagare ben 2,6 miliardi di dollari per evasione fiscale e con diversi scandali finanziari che pesano negativamente sul titolo presso la Borsa di Zurigo, oggi, il dipartimento di Giustizia statunitense sta indagando nuovamente per accertare eventuali attività perpetrate dall’istituto bancario nel tentativo di favorire alcuni correntisti nell'intento di evadere il fisco, in particolare, clienti con passaporto sudamericano. Secondo alcune fonti citate da Bloomberg - ha reso noto il quotidiano “Milano Finanza” -, al centro delle indagini, ci sarebbero importi non dichiarati al fisco degli Stati Uniti per centinaia di milioni di dollari. 

 
In risposta alla vicenda che negli ultimi giorni ha accelerato il trend già ribassista dell’istituto elvetico con un calo di -12,01 punti percentuali su base mensile, Credit Suisse, ha fatto sapere in una nota ripresa anche da “Il Fatto Quotidiano”: “Credit Suisse non tollera l’evasione fiscale. Dal 2014 abbiamo implementato grandi miglioramenti per individuare ed escludere persone che cercano di nascondere i beni alle autorità fiscali. La nostra politica è quella di chiudere i conti non dichiarati una volta identificati e di sanzionare qualsiasi dipendente che non rispetti la politica bancaria e gli elevati standard di condotta di Credit Suisse”. Questo, mentre i legali che rappresentano l’istituto bancario hanno sottolineato ai pubblici ministeri di Washington che la banca, non avendo violato leggi e accordi, non merita altre sanzioni.
 
Credit Suisse sta portando sulle spalle un deficit di capitale doppio rispetto ad altri broker del settore, circa 8 miliardi di franchi - ha evidenziato “Milano Finanza” -. Intanto, nel tentativo di riprendersi da una serie di scandali come la condanna inflitta dal Tribunale penale federale svizzero (Tpf, ndr) con una multa di ben 2 milioni del conio elvetico per non aver impedito il riciclaggio di 70 milioni di franchi, e il fallimento della società di investimento Archegos, costato alla nota banca svizzera altri 5 miliardi di dollari. Oggi, Credit Suisse, sta valutando la possibilità di effettuare diverse cessioni, tra cui l'hotel di lusso “Savoy” di Zurigo e la vendita di alcune attività di gestione patrimoniale situate in America Latina.

Foto: it.depositphotos.com
 

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