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L’ex magistrato: “La Costituzione è uno strumento rivoluzionario”

È stato un appuntamento di grande valenza sociale quello tenuto ieri alla Libreria Tante Storie di via Ludovico Ariosto 27, a Palermo. Alle 17,30 è stato presentato il libro dell’ex magistrato Luigi de Magistris “Fuori dal sistema”. Il titolare della Libreria, Giuseppe Castronovo ha dialogato con il leader di Unità Popolare e con Aaron Pettinari, giornalista, capo redattore di ANTIMAFIADuemila. Presenti anche Armando Carta di ‘Scorta Civica’, Salvo Vitale e Faro Di Maggio. A De Magistris è stato impedito di proseguire il suo lavoro di magistrato fedele alla Costituzione. È noto che lo stesso Luca Palamara, dopo che era stato coinvolto in un’indagine della procura di Perugia per fatti anche corruttivi, aveva ammesso che de Magistris era stato "fatto fuori" perché non apparteneva al Sistema, una sorta di ‘bubbone’ che depreda il denaro pubblico e che coinvolge politici sia di centrodestra sia di centrosinistra, grandi imprese, settori della magistratura e delle forze dell'ordine, con il collante della massoneria deviata. “Un sistema” di questo tipo “ha bisogno di bombe? No”. Perché anche le autorità più ‘distratte’ si accorgerebbero di un’azione violenta. “Bombe, meno ce ne sono meglio é”, ha detto De Magistris. “Quello che a me ha sconvolto - ha continuato - è il livello di collusioni nelle forze istituzionali, non politiche. Il livello di collusione nella magistratura”. Infatti anche il Consiglio Superiore della Magistratura aveva fatto la sua parte contro de Magistris: "Condanna con la sanzione della censura, trasferimento per incompatibilità ambientale e funzionale". In altre parole si trattava di "lasciare la Calabria" senza "la possibilità di fare il pm". C'è poco da aggiungere: i magistrati "anti-corrente" o "anti-sistema" non hanno santi in paradiso. Soprattutto quelli impegnati in prima linea, la cui "missione" è messa a rischio dai continui attacchi alla loro indipendenza e alla loro autonomia. “Ero vittima di interferenze criminali da parte di tutti i vertici del mio ufficio” ha continuato l’ex magistrato, ricordando le inchieste con le quali, a detta delle parole di Palamara, "mettevano in crisi i vertici del governo e dello Stato". Una di queste era stata certamente l’inchiesta Poseidone. Seguendo i soldi europei destinati al settore ambientale, i magistrati avevano scoporto "il più grande sperpero di denaro pubblico finalizzato alla depurazione delle acque e ai rifiuti mai individuato". "Per abbassare il rischio del controllo sulle proprie attività -  si legge nel libro di De Magistris - i protagonisti di questo sistema criminale si erano creati uno scudo normativo che rendeva assai autonoma l’attività del commissariato per l’emergenza ambientale, e inoltre attribuivano incarichi di rilievo a parenti di magistrati, esponenti delle forze di polizia, dirigenti regionali e di altre persone che avrebbero dovuto svolgere funzioni di controllo". Questa indagine, così come le altre, era stata stoppata e De Magistris era stato costretto poi a difendersi da innumerevoli ispezioni. Una delle battaglie più soddisfacenti, ha raccontato l’ex magistrato, era stata quella contro la chiusura della scuole pubbliche quando era sindaco. Nel 2013, con in carica il governo Monti, il direttore generale del comune di Napoli, il prefetto Silvana Riccio, gli aveva comunicato che di lì a qualche giorno si sarebbero dovute chiudere gli asili nido e le scuole comunali perché non si potevano più fare i contratti a tempo determinato ai maestri e alle maestre: “non potevamo fare assunzioni, mutui o investimenti” ha detto.  “Le scuole si chiudono se c’è un terremoto, una guerra, oggi diremmo la pandemia”. Lei mi disse che aveva studiato bene la questione e che non c’era nulla da fare. La legge era chiara, a suo dire. Dura lex, sed lex”. “Ci pensai tutta la notte” e trovai la soluzione “nella Costituzione”, uno “strumento rivoluzionario” ha commentato l’ex magistrato, nello specifico “all’articolo 33 il diritto all’istruzione e alla formazione pubblica e all’articolo 3 l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge”.Dopo giorni di discussione, la feci venire nuovamente nel mio ufficio e dopo aver approfondito bene ogni aspetto della questione le dissi che non potevo certo costringerla a firmare i contratti e redigere atti che non voleva fare perché ritenuti da lei contrari alla legge, ma le dissi anche che lei non poteva costringermi a violare la Costituzione sulla quale ogni sindaco giura quando si insedia. Le dissi quindi che rappresentava un ostacolo all’applicazione della Costituzione che doveva essere rimosso”. La scuola pubblica era stata così salvata ma De Magistris, dopo questa vicenda, era stato denunciato in sede penale per abuso d’ufficio, alla Corte dei conti per danno erariale e al giudice del lavoro perché aveva rimosso la direttrice. Il giudice del lavoro alla fine aveva dato ragione a De Magistris e il procuratore della Repubblica aveva chiesto subito l’archiviazione per abuso d’ufficio. “Ma la soddisfazione più grande fu la motivazione” della richiesta di archiviazione da parte del procuratore della Repubblica presso la Corte dei conti: “scrisse che avevo fatto bene e agito in maniera corretta e legittima perché avevo interpretato la legge in maniera costituzionalmente orientata”.Verso la fine della presentazione il caporedattore di ANTIMAFIADuemila, Aaron Pettinari ha ricordato i nefasti effetti delle riforme attuate dal ministro della giustizia uscente Marta Cartabia. Uno su tutti il ‘bavaglio’ alla stampa provocato dalla legge sulla ‘presunzione di innocenza’. Un vero e proprio attacco al diritto dei cittadini ad essere informati. Anche De Magistris ha commentato la riforma Cartabia spiegato che in essa “vidi un esatta persecuzione della riforma Mastella del 2007: si delinea un magistrato sempre più conformista, cioè un magistrato che deve stare molto attento alla statistica, ai numeri e a non fare troppe inchieste sgradite al potere”.

L'evento: facebook.com

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