Gli inquirenti: si spacciava anche davanti bambini di dieci anni
"Siamo ricorsi alle cosiddette operazioni speciali, cioè abbiamo utilizzato agenti sotto copertura, tecniche che servono per penetrare in strutture criminali particolarmente difficili da aggredire". Sono state queste le parole del prefetto Francesco Messina, direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato, durante una conferenza stampa a Foggia in cui ha illustrato gli esiti di una operazione antidroga, denominata 'Troy', che ha portato all'arresto di 43 persone a San Severo. In conferenza stampa erano presenti anche il Direttore del Servizio Centrale Operativo Fausto Lamparelli e del Procuratore della Repubblica Ludovico Vaccaro.
"Ci siamo trovati davanti ad una struttura complessa - ha detto Francesco Messina - le piazze di spaccio erano numerose, ben 13, con una sistematica organizzazione di tutela e di ricezione della clientela, a disposizione delle quale, in talune circostanze, venivano messi dei veri propri coffee shop, cioè si andava dall'acquisto all'utilizzazione direttamente sul posto". Secondo Messina quella di oggi, "è un'operazione che ci consente di colpire tutta una situazione che riguarda la diffusione al dettaglio da parte di organizzazioni criminali degli stupefacenti delle cosiddette modiche quantità, ed impedire che queste organizzazioni si avvalgano di una normativa che non consente l'emissione di ordinanze di custodia cautelare per le singole cessioni dalla modica quantità da parte dello spacciatore".
Il traffico illecito, secondo gli inquirenti, era "incessante" e gestito con una "organizzazione simile alle attività commerciali". Hashish, marijuana, cocaina ed eroina era la 'merce' che, anche in presenza di minori, veniva venduta agli acquirenti. Questi ultimi, hanno rilevato le indagini, potevano consumare droga anche in appositi locali all'interno di abitazioni. Veri e propri "coffee shop", organizzati con porte blindate, doppi accessi di sicurezza e sistemi di videosorveglianza operativi h24 con la presenza di "vedette" e stufe accese all'interno, per bruciare la sostanza stupefacente, in caso fossero arrivate le forze dell'ordine all'improvviso.
Le piazze di spaccio
Le piazze di spaccio principali sono state individuate nel quartiere popolare e ad alta densità criminale denominato "San Bernardino", altre nei quartieri popolari "Fort Apache" e "Texas".
Grazie alle operazioni sotto copertura sono state documentate in una sola piazza di spaccio oltre 200 cessioni al giorno, che portavano ad incassi medi non inferiori a 200 mila euro al mese. Nel corso delle attività è stata arrestata in flagranza una donna per detenzione di arma con matricola abrasa e ed è stata rinvenuta una ulteriore pistola sequestrata a carico di ignoti. Sotto sequestro anche un'auto e oltre 20 mila euro in banconote di piccolo taglio, ritenute provento dello spaccio.
Tra le persone raggiunte dalle misure, ci sarebbero state altre donne che per gli inquirenti hanno contribuito alla gestione delle piazze di spaccio dislocate nei quartieri Texas e San Bernardino, rione quest'ultimo in cui sono stati registrati la gran parte degli arresti che hanno coinvolto anche la zona Luisa Fantasia.
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