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Alla base delle accuse le parole di Palamara sui presunti rapporti con Montante. L’ex pg ribatte: “Insinuazioni calunniose e prive di fondamento”

"A pochi giorni dalle elezioni politiche nazionali del 25 settembre, Renzi che sino ad oggi non si era mai occupato della mia persona, ha sferrato un attacco nei miei confronti replicando insinuazioni calunniose e prive di alcun fondamento di Luca Palamara, ex magistrato radiato dall'ordine giudiziario per indegnità e rinviato a giudizio per gravi reati". Lo ha dichiarato in una nota Roberto Scarpinato, ex procuratore generale di Palermo e oggi candidato con il M5s al Senato in Sicilia e Calabria. Ieri, l’ex premier e leader di Italia Viva ha attaccato l’ex magistrato nisseno a margine di un'iniziativa elettorale presso i Giardini del Massimo a Palermo. “Io quando penso a Roberto Scarpinato penso alle pagine di Luca Palamara su di lui, nessuno ne parla. Penso al sistema Montante, alle raccomandazioni per questi magistrati. Noi non prendiamo lezioni di antimafia da chi come Roberto Scarpinato ci ha nascosto il suo rapporto speciale con Antonello Montante”, ha insinuato. Il candidato 5Stelle ha quindi ribattuto che “Renzi è evidentemente preoccupato della costante crescita di consensi del Movimento Cinque Stelle per il quale sono candidato come senatore, attestata anche dalla straordinaria affluenza ed accoglienza popolare nelle piazze nelle quali proprio in questi giorni, parlando insieme al Presidente Conte, ho stigmatizzato il ritorno in campo come protagonisti della vita politica di personaggi già condannati per collusione con la mafia, e ho denunciato il pericolo che i fondi del PNRR finiscano nel buco nero della corruzione, dello sperpero clientelare e di accordi spartitori tra cordate di potere e gruppi di interesse. Temi questi per i quali Renzi non mostra alcuna sensibilità, essendo piuttosto interessato a riforme finalizzate a condizionare l'indipendenza della magistratura e a ridurre il controllo di legalità sul mondo dei potenti". Secondo Scarpinato, non provoca "nessuna meraviglia che Renzi non esiti a fare ricorso per biechi calcoli elettoralistici a tali squallidi metodi diffamatori nei confronti di chi ritiene essere temibile antagonista politico per la credibilità personale conquistata in decenni di attività al servizio dello Stato sul fronte del contrasto alla criminalità mafiosa ed ai suoi potenti complici nel mondo dei colletti bianchi". "Non è un caso - ha aggiunto - che la reputazione e credibilità di Renzi siano progressivamente colate a picco via via che gli italiani hanno imparato a conoscerlo come portavoce prezzolato di interessi di potenze straniere, nemico dell'assetto della Costituzione e promotore di leggi dichiarate incostituzionali che hanno contribuito a svuotare i diritti dei lavoratori e ad impoverirli”, ha concluso.

Foto © Deb Photo

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