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Presenti artisti, attivisti, cantanti e musicisti di fama internazionale

Pace e giustizia non si costruiscono con le armi”. È stato questo lo slogan di “Insieme contro la guerra”, l’evento organizzato la scorsa domenica 20 marzo in Piazza San Giovanni in Laterano (Roma) dal sindacalista Aboubakar Soumahoro. Una chiamata alla partecipazione rivolta ad artisti e cantanti. Un grande evento organizzato assieme all’organizzazione “Invisibili in movimento” e il team di “Scomodo”.
Il pacifismo - quello vero - dalla piazza ha gridato anche un “NO!” convinto e determinato contro le armi, le guerre e contro le politiche belligeranti. Nonostante non fosse gremita - 1500 persone secondo la Questura -, la piazza è riuscita ugualmente a far sentire la sua voce attraverso l'arte, la cultura, la musica e le storie di chi ha sofferto gli orrori della guerra sulla propria pelle. Un concerto fatto di armonia, bella musica e pace in contrapposizione al rumore assordante delle bombe, delle guerre e al chiasso mass-mediatico che sta continuando sulla Crisi in Ucraina.
Un palco popolare, per mandare un messaggio chiaro: "Siamo contro tutte le guerre, siamo per la pace". Tra gli artisti che hanno aderito anche Gaia Gozzi, Margherita Vicario, NAIP, Leo Gassman, Roy Paci, Diodato, Gemitaiz, Gemello, Elio Germano, Sabina Guzzanti e attivisti come Riccardo Noury, il portavoce di Amnesty International Italia; Simmaco Perillo della Cooperativa agricola “Al di là dei Sogni”; e Cecilia Strada attivista del team della ong "ResQ People Saving People”, nonché figlia di Gino Strada (fondatore di Emergency). A moderare la serata al fianco di Aboubakar Soumahoro anche Flavio Insinna e Maura Gancitano.


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Il sindacalista Aboubakar Soumahoro © OurVoice


Una manifestazione che si pone domande
"Non è una piazza ‘né né’, come è stata etichettata, ma una piazza per. Questa è una piazza che si pone delle domande", ha detto dal palco il portavoce di Amnesty Riccardo Noury. "Noi in Italia abbiamo una bella tradizione nel mandare armi - ha continuato -. Nessuno si ricorda di quelle inviate alla Russia, come i blindati leggeri Lince. Magari gli stessi che ora stanno in Ucraina". Oggi "i produttori di armi sono come quelli che ridevano e si leccavano i baffi quando ci fu il terremoto dell'Aquila”.
“Siamo in questa piazza per la popolazione ucraina che fugge dalle bombe, per le persone che in Russia manifestano e vanno in carcere per dire ‘No’ alla guerra - ha ribadito ai nostri microfoni -. E siamo qui per dare valore alla parola ‘pace’ che in questi giorni rischia di essere seppellita insieme alle macerie in ucraina”. Noury ha affermato che Amnesty International è scesa in piazza anche per “porre domande” se “l’invio indiscriminato di armi sia una soluzione o una complicazione; e per chiedere di porre fine al più presto a questo tempo di guerra così da dare inizio al tempo della giustizia: ovvero processare i criminali di guerra, qualunque nome abbiano - anche Putin - perché fino a quando i criminali di guerra rimarranno al potere saranno pronti per un’altra guerra”. "Noi solidarizziamo con il popolo ucraino ma siamo contro le guerre in tutto il mondo. La guerra uccide la natura e gli esseri viventi", ha aggiunto Aboubakar prima del minuto di silenzio invocato per le vittime ucraine. Il pensiero pacifista “è semplice e netto: con la guerra va a fuoco la nostra casa comune: l'umanità”.


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La figlia del fondatore di Emergency Gino Strada, Cecilia © Imagoeconomica


Cecilia Strada: “L’aumento delle spese militari non hanno mai fermato una guerra”
La guerra è un sistema, non una cosa che scoppia nella notte e nessuno se lo poteva aspettare”. A dirlo ai nostri microfoni è stata Cecilia Strada attivista del team della ong "ResQ People Saving People. “C’è un prima della guerra, ed lì che dobbiamo agire noi pacifisti, ha continuato. Una categoria molto delegittimata dagli organi di stampa e dalla Politica. Alle persone che chiedono “dove sono i pacifisti?Cecilia Strada risponde: “Esattamente dove li avevano lasciati quando venivano ignorati: a parlare di smilitarizzazione, del disarmo nucleare, ricostituzione dei diritti, di pace, libertà e democrazia. Tutti antidoti alla guerra, che non si combatte aumentando le spese militari. Non è mai accaduto che aumentando le spese militari le guerre siano cessate. Al contrario, significa alimentare il sistema della guerra”.
Per lei essere presente in piazza è stato un modo per dire: “Basta! Evolviamoci. Siamo nel 2022 e possiamo provare a immaginare. Esattamente come immaginiamo di andare a colonizzare Marte possiamo provare a immaginare un mondo senza guerre. Non è un'utopia ma l’unica opzione razionale che abbiamo se ci teniamo alla vita”.


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L'attrice e cantautrice italiana, Margherita Vicario © OurVoice


Gli artisti: “Poniamo fine alla spirale della guerra”
Ora che stiamo toccando da vicino le vite spezzate di intere famiglie che scappano dalla guerra, dovremmo finalmente spronarci a vicenda per riflettere e intervenire con tutto l’amore del mondo per mettere fine alla spirale della guerra e della violenza”. A dirlo è stato Roy Paci, cantante, trombettista e produttore musicale intervenuto sul palco di “Insieme per la pace” prima di esibirsi. “Ma soprattutto non dimentichiamoci coloro che scappano dalle altre guerre perché anche loro sono esseri umani. Lo sono anche gli yemeniti, i siriani, i congolesi e i palestinesi perché le guerre sono una montagna di merda. E se davvero vogliamo impegnarci per garantire la sopravvivenza del genere umano, l’abolizione della guerra è un presupposto necessario ed inevitabile”, ha continuato. Presenti oltre a Roy Paci tantissimi altri artisti e musicisti.
Mi trovo qui come essere umano - ha detto Gaia Gozzi, cantautrice vincitrice della XIX edizione del talent show “Amici” di Maria De Filippi, conseguita dopo essere arrivata in finale alla decima edizione di “X Factor” -. Credo che tutti noi abbiamo bisogno di risvegliare spirituale interiore, la nostra connessione con il cuore e con gli altri. Sono in questa piazza per sentire che siamo una comunità unica”. Anche per Gemitaiz, rapper e produttore discografico, è importante aver preso parte di questo concerto, “per dare l’esempio ai ragazzi più giovani ma anche ai miei colleghi che oggi non ci sono. È importante partecipare in queste occasioni per convincere le persone che esprimersi e lottare per determinate ragioni è importante e non andrebbe peso di vista”.


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È il potere della musica”, ci ha detto Diodato, vincitore del Festival di Sanremo 2020 con il brano “Fai rumore” (portato sul palco di Roma), nonché direttore artistico del concerto “Uno maggio Taranto libero e pensante”. “La musica può creare messaggi e ponti tra le persone. Può permettere a tutti noi di condividere un’emozione, riconoscerci e quindi comprendere che le divisioni e i muri che cercano di alzare costantemente determinate figure all’interno del nostro pianeta sono barriere da abbattere assolutamente”. “Credo in persone come Aboubakar (Soumahoro, ndr) perché cambiano il mondo in cui viviamo”, ha concluso.
Per Margherita Vicario, attrice e cantautrice, esiste già un “pensiero nuovo”. C’è la necessità di “essere in tanti a rendersi conto che esiste e portare il proprio corpo in piazza perché questo modo migliore di vivere già esiste”. Ecco a cosa serve “una manifestazione di pace”, come l’hanno chiamata gli “Artisti Resistenti”: dare un messaggio forte che oltrepassi i confini e le barriere.

Tratto da: ourvoice.it

Foto di copertina © Imagoeconomica

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