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Una grande e partecipata manifestazione per dire no alla guerra in Ucraina si è svolta ieri sera in Piazza del Popolo a Fermo.
L’appuntamento è nato su iniziativa di Cigl, Cisl e Uil Marche, unite per condannare l’aggressione militare russa e richiedere uno stop immediato delle ostilità.
Durante la manifestazione si sono susseguiti numerosi interventi che hanno condannato l’intervento militare russo in Ucraina ma anche la politica espansionistica della Nato, il servilismo europeo agli Stati Uniti e l’aumento delle spese militari voluto dai governi, colpevoli di non aver mai coltivato nel tempo una politica di pace. Tutto questo rischia di trascinare l’Italia in una guerra contro la Russia che potrebbe degenerare rapidamente in un conflitto nucleare che porterebbe alla distruzione totale del pianeta.


mani fermo striscione


E sono stati proprio questi gli argomenti di cui ha parlato Asia Centofante, attivista del movimento giovanile internazionale Our Voice, davanti alla folla: “Il movimento di cui faccio parte Our Voice è un movimento internazionale e culturale che tramite l’arte, in tutte le sue espressioni, e il giornalismo fa denuncia sociale. Denunciamo in primo luogo la mafia, ma anche le guerre nel mondo. Pertanto, come movimento condanniamo l’offensiva russa di Vladimir Putin in Ucraina e ci uniamo alle richieste della comunità internazionale di ritirare immediatamente le truppe della federazione russa. Non sono né ucraina né russa, ma quel che posso dire da italiana e come rappresentante del mio movimento riguarda solo ed esclusivamente il mio Paese: l’Italia e in particolar modo la sua adesione al Patto Atlantico che va quanto prima rivista.  L’Italia entrando a far parte della Nato nel ’49 e sottomettendosi così agli Stati Uniti d’America, ha svenduto la propria sovranità parlamentare, politica, economica e difensiva.


mani fermo guerra cartellone


La Nato, da struttura militare preventiva e difensiva è diventata nel tempo una struttura offensiva, e noi come membri, abbiamo finanziato guerre in Afghanistan, in Libia, in Iraq, in Siria, abbiamo venduto armi a paesi instabili, rendendoci complici di veri e propri genocidi e della distruzione di interi paesi. Tutto questo violando ripetutamente l’articolo 11 della nostra Costituzione che invece ripudia la guerra come mezzo di offesa alla libertà di altri popoli. L’Italia, come membro attivo e co-fondatore della NATO, si pone in una posizione assolutamente inconveniente e oltremodo dannosa sia dal punto di vista politico che da quello strategico. A partire dal fatto che in Italia ci sono decine e decine di basi strategiche NATO, con tanto di testate nucleari ad Aviano e in altre installazioni, obiettivi sensibili per un possibile conflitto di larga scala con la Russia. L’appartenenza dell'Italia alla NATO comporta inoltre costi altissimi per le casse del nostro Stato: da quando il banchiere Mario Draghi è al governo, la spesa militare italiana è aumentata del 8,1% rispetto al 2020 toccando nel 2021, i 24,97 miliardi di euro annui e nel 2022 sarà quasi 27 miliardi.


mani fermo guerra band ucrania


Il governo, invece di tagliare fondi alla NATO, li taglia alla sanità, alle infrastrutture e alla scuola pubblica dimenticandosi
- aggiungo - dei milioni di studenti costretti a fare alternanza scuola lavoro e morire sotto impalcature e impianti non a norma.
Addirittura, il governo draghi, in barba alle promesse sul cambio delle politiche energetiche e alla fasulla transizione ecologica, sta pensando di riaprire le centrali di carbone. Tutto questo e tanto altro sta comportando la nostra adesione alla NATO: instabilità, pericolo per la sicurezza, cessazione della sovranità geopolitica, indebitamento, e distruzione di storici accordi politici e economici.
Non possiamo inoltre minimizzare o non considerare il fatto che, se scoppierà una guerra in Europa, si utilizzeranno armi atomiche, in grado di generare uno scontro, tale da cancellare in primis il nostro Paese (essendo noi un avamposto militare americano) e poi tutti i paesi europei ed il pianeta intero
.


mani fermo guerra band ucrania


Come Our Voice - ha detto concludendo - dopo il ritiro immediato delle truppe russe, ci vogliamo rivolgere al governo italiano, per pretendere l’uscita immediata dell’Italia dalla Nato e la conseguente dichiarazione della nostra neutralità rispetto a questo conflitto. Solo diventando una nazione neutrale potremo dare un vero e concreto messaggio di pace e di diplomazia a tutti quei paesi che in questo momento si stanno armando e si stanno preparando per una nuova guerra mondiale, che forse questa volta non potremo raccontare”.
A fare eco queste parole è stato Alessandro De Grazia, segretario provinciale della Cgil, il quale ha detto che “la macchina diplomatica si è messa in moto per fermare i bombardamenti e speriamo a breve si possa giungere ad una soluzione pacifica, perché non possiamo pensare al rischio di una terza guerra mondiale. C’è tanta ipocrisia, tutti invocano la pace ma la scelta migliore è che gli Stati inizino a parlare di disarmo, quelle risorse servono per fermare le disuguaglianze e la povertà. Questa sarebbe la sfida vera che la politica dovrebbe mettere in campo: fermare gli investimenti sugli armamenti”.


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Non è mancano nemmeno il primo cittadino Paolo Calcinaro: “I sindacati sono stati i primi a dare la sveglia. Mai avremmo pensato che gli allarmi suonassero nel cuore della nostra Europa, che uno Stato potesse sopraffare un altro Stato. Questo ha provocato in tutti noi sgomento. Voglio abbracciare i tanti ucraini che sono parte della nostra comunità, con i quali fino a poche settimane fa parlavamo di altro. Come Comune abbiamo già manifestato al Ministero dell’Interno l’intenzione di accogliere i profughi. Fratelli europei, fratelli ucraini noi ci sentiamo vicini a voi. Non possiamo dire altro che forza forza forza. Noi ci siamo”.
Alla fine della manifestazione i membri della comunità ucraina hanno cantato il loro inno nazionale facendolo riecheggiare nella Piazza Popolo: uomini, donne e bambini con in mano la bandiera della loro nazione, l’ennesima vittima di una politica imperialistica, capitalistica e guerrafondaia.

Foto e Video © ACFB

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