Dal libro “Quando la ‘Ndrangheta scoprì l’America” scritto dai professori Antonino Nicaso e Maria Barrillà assieme all’avvocato Vittorio Amaddeo emerge una storia mai raccontata: quella di don Antonino Samuele Cerruti, uno dei fondatori delle prime associazioni contro la ‘Ndrangheta (al tempo chiamata ‘Picciotteria’ o ‘Società’) in America.
La sua morte non avvenne per mano mafiosa ma di un colpo apoplettico che lo colpì nella sua casa in Green Street alle otto del mattino del 24 gennaio del 1925. La sua storia, tuttavia, è importante soprattutto per il particolare contesto storico in cui è inserita. Dal libro infatti si evince come la "'Ndrangheta Americana" non abbia - e non ha - nulla da invidiare dalla Sorella Maggiore Cosa Nostra, ma che anzi sia riuscita nel corso degli anni a fare molta strada grazie ad un colpevole silenzio e al traffico di droga.
Il sacerdote - originario di Campagna in provincia di Salerno - giunse a Carbondale (città degli Stati Uniti d'America, situata nella Contea di Jackson, nello Stato dell'Illinois) nel 1900 con il compito di occuparsi della Chiesa di Nostra Signora del Carmelo (Our Lady of Mount Carmel) all'epoca ancora in costruzione. Avrebbe potuto fare solo "il prete" ma scelse di occuparsi anche di cose che vanno oltre la semplice predica dal pulpito: spesso si recava dai connazionali nei loro tuguri, dove reggini e catanzaresi gli parlarono spesso del duro lavoro e delle continue vessazioni subite dagli scagnozzi della 'maffia'.
Rendendosi conto delle condizioni in cui i suoi connazionali erano costretti a vivere, grazie all'aiuto di un altro italiano, tale Joseph Capua, fondò la St. Joseph Protective Society con l'intento di farne l'organo di promozione e raccordo della battaglia contro la Picciotteria in Carbondale. Da quel momento fu un susseguirsi di intimidazioni e minacce.
Il suo principale oppositore fu il boss Vanni Costa (nato a Reggio Calabria il 20 febbraio del 1866) un ingranaggio di quel gigantesco e oleato macchinario conosciuto come "Padrone System" nelle cui spire gli immigrati, nuovi schiavi senza catene, vennero letteralmente stritolati. Costa fu un boss che fece fortuna sulle palle dei compaesani prima ancora che fossero sbarcati in America, anticipando con tassi da usura il costo del biglietto, e vendendo loro nelle cosiddette grocery stores a prezzi esorbitanti merce di qualità infima e adulterata.
A due anni dal suo arrivo negli Stati Uniti - avvenuto il 18 ottobre del 1901 - a Costa venne attribuito il titolo di boss che, nei vicoli brulicanti di povertà e miseria, si impose sui più deboli con la tracotanza del più forte, estorcendo denaro e incutendo terrore anche grazie all'aiuto di molti picciotti da lui fatti arrivare da Gallico e Sambatello.
L'occasione per arrestare Costa si presentò proprio nel paese di don Cerruti dove un gruppo di italiani cappeggiati da Joseph Collandri decise di denunciare al sindaco del luogo, James O'Neill, le angherie e le minacce subite dai tirapiedi di Costa. Alle prime luci dell'alba del 13 settembre 1903, questa coraggiosa azione portò all'arresto di Mezzegatti, braccio destro di Costa e di altri tre uomini, accusati di "far parte di un'organizzazione criminale che ha le stesse caratteristiche della mafia", come riferiscono i media locali.
Dopo la retata del 13 settembre, Frank Muncula, l'altro luogotenente di Costa decise di passare al contrattacco: la notte del 14 gennaio 1904 Joseph Collandri venne aggradito da quattro individui armati di spranghe e di rasoi. Ricoverato in fin di vita riuscì a dire prima di morire i nomi dei suoi aggressori.
Il 25 novembre i colleghi di Collandri chiesero e ottennero dalla Edgerton Coal Company il licenziamento di quattro uomini legati alla gang.
Dopo l'ennesima rappresaglia della picciotteria a seguito dell'arresto fu il sindaco O'Neill a dichiarare guerra agli uomini di Costa. A sostenerlo in questa coraggiosa iniziativa ci fu proprio don Antonino Samuele Cerruti che, in qualità di cancelliere, trascrisse le parole dei minatori che per anni avevano subito le angherie del neo boss americano.
In quegli anni le attività del sacerdote si fecero sempre più frenetiche. Dopo aver costituito diverse organizzazioni antimafia simili alla St. Joseph Protective Society di Carbondale a Old Forge, Dunmore e Archbald, tre cittadine della stessa diocesi, nei pressi di Scraton, coinvolse nella mobilitazione l'intera Lackwanna Valley, grazie alla collaborazione del vescovo Micheal John Hoban.
Il prezzo pagato per queste attività fu altissimo: il 13 dicembre 1908 gli uomini di Costa uccisero a colpi di stiletto James Tassarelli, vicepresidente della St. Joseph Protective Society e due anni dopo, gli scagnozzi di Costa appiccarono il fuoco alla Chiesa di Nostra Signora del Carmelo, costruita grazie alle generose offerte degli italiani di Carbondale e inaugurata il 27 ottobre 1901. Alle 23 le fiamme iniziarono a divampare e padre Cerruti si precipito sul posto per cercare di salvare il salvabile. Appena qualche giorno prima le fiamme avevano divorato anche le case popolari di alcuni italiani stretti collaboratori del sacerdote. Dopo questo fatto il sacerdote venne colpito dal colpo apoplettico. Nonostante gli anni, il suo lavoro rappresenta senz'altro la realizzazione di una delle prime organizzazioni antimafia in terra americana e come tale deve essere ricordata, anche per iniziare a ricostruire la storia mai raccontata della 'Ndrangheta statunitense.
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