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Già indagato da Falcone per traffico di droga, “risulta pregiudicato per associazione di tipo mafioso, omicidio ed associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti”

Ieri pomeriggio, in Galapagar (Madrid), il personale della Dia e delle unità dell’UDYCO della Polizia Nazionale spagnola hanno tratto in arresto il latitante Gammio Gioacchino, classe ’60, originario di Desio (MB), inserito nell’Elenco dei Latitanti Pericolosi del Ministero dell’Interno. Si tratta del nipote di Diego Ingaglio, ucciso il 31 ottobre ’91 a Naro (AG): “Esponente di spicco già inserito in Cosa Nostra, poi ‘fuoriuscito’ dall’organizzazione e resosi promotore di autonomi gruppi mafiosi, che, fra loro alleatisi, avevano dato luogo a quella confederazione di clan mafiosi denominata ‘Stidda’”, riporta una nota della Dia.

L’arresto è avvenuto con il coordinamento della Procura Distrettuale di Palermo, seguita personalmente dal Francesco Lo Voi e dal Procuratore Aggiunto Paolo Guido, nonché con la collaborazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.

Il soggetto, precisa la Dia, “risulta pregiudicato per associazione di tipo mafioso, omicidio ed associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti”, ed è affiliato alla famiglia stiddara degli “‘Ingaglio’ di Campobello di Licata (AG), che, alleatasi con la stidda nissena, negli anni ’90 del secolo scorso aveva scatenato una lunga e sanguinosa guerra di mafia contro gli esponenti della storica consorteria mafiosa cosa nostra, facendo registrare circa 200 omicidi da ambo le parti”.
Arrestato per la prima volta nel ’84 nell’ambito del procedimento “Abbate +76” poi sfociato nel primo maxiprocesso a Cosa nostra a Palermo, il Gammino venne indagato allora dal Giudice Istruttore Giovanni Falcone per una vicenda legata ad un traffico di droga.

Sul Gammino pendeva un mandato di arresto europeo, emesso il 29 maggio 2014 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, diretta dal Procuratore Luigi Patronaggio.

Nel ’95 - scrive la Dia - venne colpito da un’ordinanza di arresto in carcere per associazione di tipo mafioso per l’omicidio aggravato di Smiraglia Giovanni e Curto Salvatore”. Successivamente si è reso latitante e veniva catturato in Spagna, a Barcellona. L’11 febbraio 1999 “veniva estradato in Italia presso la casa circondariale di Rebibbia dalla quale evase il 26 giugno 2002 mentre giravano alcune scene di un film con l’attrice Vittoria Belvedere all’interno del citato istituto penitenziario un detenuto si arrampicavo su un muro urlando, agitandosi e rifiutandosi di scendere”. Approfittandosi dell’azione diversiva “il Gammino riuscì ad evadere confondendosi con il flusso dei visitatori che facevano visita ai parenti detenuti”.

Gioacchino Gammino ieri è stato trattenuto presso il Quartier Generale dello dell’UDYCO in attesa dello svolgimento delle prescritte procedure di consegna alle Autorità italiane. La cattura è frutto di una complessa ed articolata attività investigativa svolta dal personale della Direzione Investigativa Antimafia di Roma e Palermo che è durata oltre 2 anni.

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