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"Purtroppo in Italia l'80% dei familiari delle vittime innocenti della violenza criminale mafiosa non conosce la verità, eppure le verità passeggiano per le vie delle nostre città perché c'è chi sa, chi ha visto". Sono state queste le parole del fondatore di 'Libera contro le mafie' Don Luigi Ciotti in occasione della cerimonia di intitolazione di un giardino a Giuseppe Mizzi, vittima innocente di Mafia, uccisa il 16 marzo 2011 a Bari, per uno scambio di persona. "Dobbiamo combattere l'omertà che uccide verità e speranza - ha continuato - non è possibile che, di tutte le stragi avvenute in Italia, solo in un caso si conosca la verità, quella di piazza della Loggia a Brescia. Allora tocca anche a noi cittadini assumerci la nostra parte di responsabilità: sono ancora troppi i cittadini a intermittenza, e invece abbiamo bisogno di persone più attente e responsabili". "Ci vuole più coraggio - ha concluso - termine che in latino significa ho cuore: avere coraggio vuol dire avere cuore. Questo è l'augurio che faccio a tutti, abbiate più cuore e più coraggio, che si mostra a cominciare dalle piccole cose e dai piccoli gesti".
La cerimonia nello specifico si è svolta intorno alla figura di Giuseppe Mizzi, marito e padre ucciso a 39 anni, davanti alla sua abitazione per uno scambio di persona. La cerimonia di intitolazione si è svolta questa mattina a Bari, in via monsignor Jolando Nuzzi, a Loseto. "Giuseppe non è morto. Oggi l'abbiamo reso ancora una volta vivo. Noi tutti dobbiamo essere più vivi, più attenti, più responsabili. La nostra memoria deve essere sempre viva, tradursi, tutti i giorni e non qualche volta, in una memoria di responsabilità e impegno", ha detto il presidente di Libera. "La memoria ha bisogno di cura e di manutenzione ma vorrei che non dimenticaste che qui, grazie al lavoro degli organi investigativi, della magistratura e di un bravo avvocato, si è conosciuta la verità".
A margine della cerimonia è intervenuto anche il sindaco di Bari, Antonio Decaro, il quale ha detto che "dove ci si può sentire soli, spesso è più difficile dire di no. Mi rivolgo soprattutto ai bambini che oggi ci osservano mentre ci commuoviamo. Nella vita si può piangere per due motivi: perché si è tristi o perché si è felici. Oggi le nostre lacrime rappresentano la felicità che proviamo nel vederci qui tutti insieme per ricordare una persona per bene, Giuseppe Mizzi, cui stiamo intitolando questo giardino. Dieci anni fa le nostre lacrime erano diverse: eravamo tristi perché la città fu colpita da quell'omicidio", ha detto Decaro. "Giuseppe Mizzi era un brav'uomo, un lavoratore, un padre dedito alla sua famiglia che ha perso la vita mentre tornava a casa, come faceva tutti i giorni. Per questo gli abbiamo voluto dedicare questo giardino, cosicché il suo nome resti impresso nella memoria della nostra comunità. Oggi siamo qui anche perché, chi passerà chiedendosi chi fosse Giuseppe Mizzi, potrà conoscerne la storia. Una storia che chiede a tutti noi un impegno costante, quotidiano, improntato alla legalità, al rispetto delle regole, alla pratica della lotta alla criminalità organizzata. Qui oggi, tutti insieme, abbiamo scelto da che parte stare", ha detto ancora il sindaco di Bari. "Dedicare un giardino, un luogo della comunità, alla memoria di una vittima innocente di mafia, serve anche a far comprendere quale sia la strada giusta da percorrere, a far capire quanto sia importante non girarsi dalla parte opposta rispetto a un crimine che si sta consumando o che è sbagliato accettare la prepotenza dei malviventi, pensando così di evitare problemi. Questo è possibile solo se stiamo insieme, come oggi in questo giardino", ha concluso.

Foto © Imagoeconomica

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