Presentata alla libreria "Tantestorie" l'ultima pubblicazione di Gilda Sciortino e Victor Matteucci
"Un pugno allo stomaco". Una storia, dura, forte e commovente che sbatte in faccia di chi legge il dramma di una giovane donna, una madre, ma anche l'incapacità delle istituzioni preposte di offrire un vero aiuto a chi è socialmente debole. E' la storia di un'invisibile che, nella difficoltà della vita, trova rifugio nella droga e in quegli ambienti che gravitano attorno ad essa.
Tutto questo c'è in “Noemi Crack Bang” (La banalità del male), il libro scritto da Victor Matteucci e Gilda Sciortino ed edito da Mediter Italia, prefazione di Leoluca Orlando, che racconta la storia vera di Noemi Ocello, morta a 32 anni presumibilmente per overdose.
Una storia che scosse la città di Palermo quando il 5 dicembre 2020 venne rinvenuto il suo cadavere.
Un vero e proprio libro inchiesta di quasi 400 pagine che è stato presentato ieri alla libreria Tantestorie, di Giuseppe Castronovo, con la partecipazione degli autori e della dott.ssa Annamaria Picozzi, Procuratrice Aggiunta e Consulente della Commissione parlamentare di inchiesta su Femminicidio e ogni forma di violenza di genere.
Un incontro, partecipato (erano presenti anche alcuni familiari vittime di mafia come Graziella Accetta, mamma del piccolo Claudio Domino, Massimo Sole e Ferdinando Domè), durato poco più di un'ora, in cui sono state evidenziate le particolarità di questa storia di solitudine, dolore, amore e rabbia. Perché ancora oggi, nella città e non solo, ci sono tante "Noemi" che vivono qualcosa di simile, così come testimoniato dalla telefonata in diretta di una madre che è intervenuta anche nel libro.
"Quello di Noemi non è solo un caso - ha evidenziato Castronovo - Perché al suo interno contiene tante cose che devono farci riflettere". Dello stesso avviso gli autori nel momento in cui si parla di un "caso che attraversa tutta la città". "Le istituzioni, la società non hanno saputo dare risposte a questa donna che ha vissuto indubbiamente tante difficoltà - ha detto Victor Matteucci - Una storia che va raccontata. Le donne, dobbiamo dirlo, pagano un prezzo alto in tutti i livelli. E c'è una guerra culturale tra maschi e femmine. Una guerra che produce un conflitto di cui si parla davvero poco. Nemmeno le guerre che conosciamo generano così tante vittime. Noemi è la testimonianza di una degli ultimi, degli invisibili che, indifesi, si espongono anche a possibili violenze. Ma Noemi è anche un simbolo di tutte le donne che si confrontano con la società e che hanno un modello di sostenibilità diverso da quella maschile".
"Questo libro va letto rigo per rigo - ha aggiunto Gilda Sciortino - è pregno di significato e si scorge tutto il dolore di Noemi e di chi l'ha conosciuta. Abbiamo riportato documenti e testimonianze con oltre 50 interviste ed audio trascritti in cui questa ragazza raccontava le sue giornate. Tutte insieme queste voci ci mostrano un mosaico sfavillante. Perché Noemi era luminosa nel suo dramma".
La magistrata Picozzi ha messo in fila alcuni temi che vengono affrontati nel libro, che vanno oltre alla storia della ragazza che è morta in maniera così triste e tragica: "Abbiamo il tema della droga e del mondo delle dipendenze attorno a cui ruota una serie di personaggi che assumono la forma di sciacalli e che si cibano di prede inermi, come i tossicodipendenti; c'è il tema delle scelte, mai semplici, del tribunale dei minori sulla gestione della vita del bambino e l'affidamento del bambino; c'è la forte discrasia tra le letture delle dichiarazioni rilasciate dalle persone che l'hanno conosciuta ed amata e la lettura delle relazioni degli assistenti sociali e degli operatori delle varie comunità che l'hanno presa in carico; c'è il tema toccante del rapporto tra la ragazza e la madre; c'è il tema della rinascita, quando lei resta incinta; e poi ancora il tema degli "invisibili" di Palermo che vanno a vivere e morire in veri e propri ghetti. E' un libro stratificato che porta con sé tanti argomenti e questioni, oltre a restituirci la storia di una persona che oggi non c'è più".
Importante il contributo nel corso della serata di Nino Rocca, operatore sociale e volontario che aveva provato ad aiutarla. "Lei aveva solo bisogno di essere ascoltata - ha denunciato - Noemi aveva un carattere forte. Mentre si trovava in attesa del bambino aveva trovato la forza di uscire dalla droga. Poi vi è rientrata. Ma questa storia ci mostra l'incapacità delle istituzioni che non hanno saputo farlo. Immediatamente, quando accettai di confrontarmi con lei, capii che era un caso difficile. Chiesi aiuto. Le istituzioni sono troppo fredde e burocratizzate. Ci sono anche persone preparate, ma spesso mancava l'assumersi il carico di una situazione che era complessa. E non si può ragionare per compartimenti stagni". Un'amara considerazione in un mondo dove sempre più giovani si trovano ad affrontare in solitudine le difficoltà. E Noemi era una giovane donna che voleva cambiare. Per sé e per suo figlio. La sua storia deve essere esempio e monito per tutti. Affinché nessuno possa voltarsi dall'altra parte.