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Il Procuratore nazionale antimafia audito in Commissione Giustizia alla Camera

"Quello della valuta virtuale è un circuito totalmente ignorato, che sfugge a qualsiasi possibilità di controllo". Per questo "è necessario intervenire e, nonostante anche nell'ultima disciplina antiriciclaggio si faccia un riferimento all'obbligo di segnalazione, quello che manca sono le regole. A quali regole bisogna conformare il circuito della valuta virtuale? Questo è il tema oggi, quello delle verifiche sulla valuta virtuale". Lo ha sottolineato il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, ascoltato in commissione Giustizia alla Camera nell'ambito dell'esame dello schema di decreto legislativo per l'attuazione della direttiva Ue sulla lotta al riciclaggio. Su questo tema nel decreto, ha osservato, "forse qualche ulteriore indicazione poteva emergere in relazione all'allargamento che si sta registrando nell'uso di queste valute".
Secondo il magistrato le valute virtuali "rappresentano uno strumento che nasce dall'esigenza di sottrarsi ai controlli del circuito bancario. Mentre le transazioni che avvengono con la valuta legale sono tutte sottoposte al circuito di controllo e verifica, sono inserite nel circuito delle segnalazioni per operazioni sospette in cui qualunque passaggio finanziario è sottoposto a controllo, questo non avviene per la valuta virtuale - ha spiegato - che è totalmente ignorata: non c'è un organismo in grado di rilevare il flusso finanziario se non il soggetto che all'interno del circuito virtuale eventualmente lo segnala, ma perché dovrebbe farlo?". "Il circuito virtuale fluttua nell'ambito del globo intero, si muove liberamente da un luogo all'altro senza incontrare frontiere né verifiche: in una normativa di questo tipo - ha rilevato - l'Italia può fare tanto ma la problematica deve essere affrontata a livello europeo per essere affrontata dal mondo intero". Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo ha poi ricordato di avere in più occasioni "sottolineato quanto sarebbe importante che i Paesi aderenti alla convenzione di Palermo riescano a condividere una disciplina riguardante i movimenti, i flussi della valuta virtuale. E' la politica che deve cominciare a pensare a questo problema, certamente c'è sensibilità su questo tema, che è di grandissimo rilievo".

Riciclaggio come "reato spia di infiltrazioni"
"Oggi le mafie - ha proseguito de Raho - sono mafie degli affari, bisogna scandagliare i circuiti finanziari delle utilità quindi il riciclaggio diventa uno dei reati di maggiore importanza, il reato spia dell'infiltrazione delle mafie nell'economia legale". Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, in audizione davanti alla commissione Giustizia della Camera nell'ambito dell'esame dello schema di decreto legislativo per l'attuazione della direttiva Ue sulla lotta al riciclaggio. Il riciclaggio, ha spiegato, "rappresenta una specifica modalità attraverso cui i proventi che derivano da attività criminali vengono reimpiegati o nascosti ma non sempre questo, anche quando viene commesso nel circuito mafioso, ricade nelle aggravanti del 416 bis e in questo sfugge al circuito antimafia". Quindi "pensare a una disposizione che possa ricomprendere anche il riciclaggio che proviene dal traffico di stupefacenti o da altri reati previsti sarebbe un miglioramento del contrasto, perché il circuito antimafia si avvale di un canale di condivisione delle conoscenze che è fondamentale, la banca dati".

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