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"La mia posizione, che è quella dell'ufficio che rappresento, è di cauto ottimismo. Partiamo proprio da lì, dall'eroico sacrificio di Libero Grassi. Palermo è profondamente cambiata, allora denunciare significava essere uccisi. Adesso un certo numero di imprenditori denuncia, si fa avanti con determinazione". 
Lo ha detto il procuratore aggiunto di Palermo, Salvatore De Luca, parlando con i cronisti, a margine di un incontro organizzato in occasione della commemorazione dell'imprenditore palermitano Libero Grassi, ucciso da Cosa nostra il 29 agosto di 30 anni fa per essersi pubblicamente opposto al pagamento del pizzo. 
Il dibattito organizzato da Addiopizzo - moderato da Lirio Abbate, vice direttore de L'Espresso - si svolge alla Braciera, locale dei fratelli Cottone, imprenditori palermitani che hanno denunciato le richieste di estorsione da parte di Cosa nostra. 
"Per i processi culturali - ha proseguito De Luca - non bastano le leggi, ci vuole tempo. Sono convinto che, sempre che le cose restino così e lo Stato presti la massima attenzione e vigilanza come fa in questo momento, i risultati miglioreranno". Presenti, tra gli altri, oltre al pm De Luca, il prefetto di Palermo Giuseppe Forlani, la commissaria antiracket e antiusura Giovanna Stefania Cagliostro, il presidente onorario della Federazione Antiracket Tano Grasso, Daniele Marannano, di Addiopizzo, Alice e Davide Grassi, figli di Libero Grassi, il sindaco Leoluca Orlando.

Foto © Imagoeconomica

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