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A 43 anni dall’agguato di via Fani, nuovi possibili risvolti

Il Gip romano Francesco Patrone ha autorizzato nuovi accertamenti sul rapimento del presidente della Dc Aldo Moro. La notizia è giunta proprio in concomitanza della commemorazione dell’agguato di via Fani. La Procura di Roma, infatti, confronterà il profilo genetico di 10 persone, tra cui l’ex capo brigatista della colonna toscana Giovanni Senzani (anche capo del "partito della guerriglia"), con le tracce rinvenute sui mozziconi di sigaretta trovati nel luogo dell’agguato e nel covo di via Gradoli. Assieme a Senzani l’esame verrà effettuato anche per un altro ex militante toscano delle Br: Paolo Baschieri.
Queste analisi sono racchiuse nella nuova inchiesta sul sequestro di Aldo Moro avviata nel 2018. I campioni di DNA sono stati prelevati dalle questure di Firenze e di Pisa su richiesta della procura romana. Le indagini sono incentrate ad appurare chi, oltre a Mario Moretti, si trovasse a bordo della Fiat Giardinetta munita di targa diplomatica: l’auto che bloccò la vettura di Moro all’incrocio con via Stresa (Roma) la mattina del 16 marzo ’78. Inoltre, la nuova inchiesta è anche volta a comprendere chi, nei giorni dell’agguato, abbia frequentato la centrale operativa del sequestro del presidente democristiano, sita in via Gradoli.
E furono proprio questi (l’auto e il covo) i luoghi in cui vennero rinvenuti i mozziconi di sigaretta, le cui tracce di DNA (isolati solo nel 2016) non sono state ancora attribuite. Ma nonostante i profili genetici non abbiano ottenuto ancora riscontri effettivi, l’ipotesi investigativa è che alcuni componenti del commando brigatista coinvolti nel rapimento dell’onorevole Moro siano rimasti ignoti.
Secondo quanto affermato dagli imputati (nei diversi processi) dodici furono i terroristi che parteciparono all’agguato; venti, invece, quelli che, secondo la ricostruzione della seconda commissione parlamentare d’inchiesta, vi presero parte. Per far luce sulla questione, la procura di Roma ha avviato ulteriori accertamenti che coinvolgono sia esponenti delle Br già condannati per il rapimento sia altri membri finora considerati estranei all’agguato di Aldo Moro. E proprio tra quest’ultimi si trovano il 68enne Giovanni Senzani ed il 69enne Paolo Baschieri: entrambi non indagati.
Ex docente e criminologo, Senzani negli anni ’70 durante il sequestro Moro fu consulente del ministero di Giustizia. Già alla guida del "Fronte delle carceri", nel 1981, a seguito dell’arresto Moretti e Fenzi, Senzani assunse un ruolo centrale per le Brigate Rosse. Sotto la sua guida, infatti, vennero organizzati vari sequestri come, ad esempio, quello dell’assessore campano Cirillo, quello di Giuseppe Taliercio e del generale della NATO James Lee Dozier. L’ex capo brigatista della colonna toscana ebbe anche un ruolo cruciale nel rapimento e nell’esecuzione di Roberto Peci (fratello del pentito Br Patrizio Peci) ucciso con 11 colpi di pistola (omicidio del quale si dichiarò pentito). Le sue vicende giudiziarie lo hanno visto arrestato nel 1982 e dal 2010 è libero. L’altro appartenente alla colonna toscana, Paolo Baschieri, invece, fu arrestato il 21 dicembre ‘78 nel capoluogo toscano ed oggi è un dipendente pubblico.
Lo scorso febbraio, infine, per i due ex brigatisti è stato disposto il prelievo coattivo del DNA. E solo con l’esito dell’esame si comprenderanno i ruoli che hanno avuto i due toscani nella strage di via Fani in cui fu sequestrato l’onorevole Aldo Moro e brutalmente uccisi i suoi 5 agenti di scorta.
In attesa dei risultati (e fino a quando non emergerà la verità completa della vicenda) il 16 marzo ’78 rimarrà un giorno "incancellabile nella coscienza del popolo italiano", come ha ricordato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la commemorazione dell’agguato.

In foto: busto di Aldo Moro alla Camera © Imagoeconomica

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