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Pettinari: “Sempre stata minata l’indipendenza della magistratura

I fatti rivelati da Luca Palamara sono gravissimi ma non c’era bisogno di Palamara per accorgerci di sistemi che sono andati contro a determinati soggetti fuori sistema”. E’ intervenuto così a Vox Italia Aaron Pettinari, capo redattore di ANTIMAFIADuemila, in merito al libro di recente uscita di Luca Palamara, ex presidente dell’ANM sotto inchiesta a Perugia, in cui si palesa l'esistenza di un potere interno alla magistratura che persegue obiettivi di natura politica.
E’ ovvio che c’è stato un modus operandi di questo tipo al Csm”, ha detto Pettinari ricordando i casi di magistrati colpiti come “Luigi de Magistris, Clementina Forleo, Antonio Ingroia e Nino Di Matteo”. “E quindi era ovvia l’esistenza di un rapporto tra politica e Consiglio Superiore della Magistratura”. “Da questo punto di vista è sempre stata minata l’indipendenza della magistratura e su questo dovremmo riflettere”, ha affermato il giornalista. “In quegli anni a cui Palamara fa riferimento, come nell’inchiesta ‘Why Not’, è gravissimo quanto viene detto riguardo all’ingerenza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano”, ha aggiunto. “Un’ingerenza che c’è sempre stata negli anni sia nell’inchiesta ‘Why Not’ che in quella sulla trattativa Stato-mafia”. Questo perché, ha detto Pettinari, “alla politica non piace essere indagata”. “Certe inchieste - ha poi puntualizzato il Capo redattore di ANTIMAFIADuemila - hanno dato fastidio a destra e sinistra indistintamente. Io non credo sia questione di colore ma di fili dell’alta tensione”.
Insieme a lui sono stati intervistati anche Carlo Palermo, già sostituto procuratore a Trento e oggi avvocato, e l’avvocato e scrittore Francesco Carraro. “Io ho vissuto in un'epoca anteriore rispetto a quella illustrata oggi però le contrapposizioni sono identiche”, ha affermato Carlo Palermo. “A Trento chi causò la cessazione della mia inchiesta non furono gli imputati o le organizzazioni criminali ma i magistrati. In particolare chi promosse l’iniziativa di far spostare l’inchiesta di Trento a Venezia fu il procuratore Generale di Trento che propose al procuratore generale della Cassazione una iniziativa per spostare per legittima suspicione tutti i processi che istruivo in quanto i miei colleghi del tribunale di Trento avevano osato scrivere su un giornale locale una letterina di solidarietà nei miei confronti contro le accuse che mi venivano mosse”. L’avvocato Carraro, invece, parlando nello specifico del caos procure, ha commentato che “i fatti descritti sono di una gravità sconvolgente”. “Siamo di fronte a un magistrato importantissimo che ci sta dicendo che ciò che molti di noi avevano percepito, ovvero che ci fosse una torsione distorsiva nel modo in cui una parte della magistratura esercitava i suoi poteri, evidentemente era un sospetto più che fondato”.

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