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L’intervista della scrittrice e autrice del libro “Arafat. Il sovrano senza Stato”

“Cosa direbbe Yasser Arafat se vedesse i leader arabi stringere accordi con Benjamin Netanyahu e Donald Trump? Direbbe ‘no, non è vero’. Non ci crederebbe”. A dirlo è la giornalista Stefania Limiti, autrice del libro “Arafat. Il sovrano senza Stato” (ed. Castelvecchi) rispondendo a una domanda dei Giovani Palestinesi d'Italia sugli Accordi di Abramo recentemente siglati da Israele con le monarchie del Golfo, e non solo, e la mediazione degli Stati Uniti di Donald Trump. “Yasser Arafat - ha aggiunto - era uomo di un altro mondo. Era un leader politico del ‘900 che illuministicamente credeva sempre che la ragione deve prevalere, e di questo ne ha dato prova durante la guerra di aggressione a Saddam Hussein in Irak”. Secondo la scrittrice “la questione degli Accordi di Abramo è anche un pessimo modo di fare entrare sulla scena araba lo Stato israeliano. Se ci fosse un’opinione pubblica israeliana dovrebbe preoccuparsi. Perché - ha spiegato - lo Stato israeliano si è posto nei confronti di vicini arabi in modo violento ma ora è una realtà fatta anche di persone che non hanno responsabilità individuali. Allora se può esserci una prospettiva, è quella in cui anche lo Stato israeliano si assume le proprie responsabilità nei confronti anzitutto dei palestinesi e dell’occupazione e poi cerchi di capire quale sia il suo ruolo dentro quell’area di mondo”.Fare entrare Israele nel contesto arabo, come di fatto una pedina americana utilizzata come una bomba atomica contro l’Iran, perché è di questo che si tratta in quell’accordo, è un pessimo modo e servizio anche per chi in Israele vuole vivere in pace nel rispetto dei popoli”, ha detto Stefania Limiti. Insieme a lei è intervenuto anche l’attivista palestinese Bassam Saleh che ha illustrato quelli che sono i diritti negati del popolo palestinese, tema dell’evento live. “Quando parliamo del diritto alla vita, alla dignità, al lavoro, alla salute e a uno Stato dobbiamo tenere a mente che parliamo di diritti riconosciuti a livello universale, quindi non si discutono e non si trattano”. Eppure, ha detto Saleh, “Israele nega e calpesta quotidianamente questi diritti nel silenzio della comunità internazionale”.

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