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Su “Educativvù” presentato l’ultimo libro di Gratteri e Nicaso

Le grandi catastrofi, come pandemie e terremoti, sono sempre state occasioni ghiotte per le mafie per infiltrarsi nel tessuto economico, politico e sociale.
Un fenomeno che ancora oggi, in occasione dell’emergenza legata al Coronavirus, viene scarsamente contrastato dalla classe politica che troppe volte (anche per convenienza) dimentica il passato, adottando strategie inadeguate.
Parte proprio da queste considerazioni il nuovo libro “Ossigeno Illegale. Come le mafie approfitteranno dell’emergenza Covid-19 per radicarsi nel territorio italiano” (ed. Mondadori) del Procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, e del professore e scrittore, Antonio Nicaso.
Una pubblicazione in cui, pagina dopo pagina, si racconta proprio come le mafie hanno rafforzato il loro potere nelle grandi catastrofi che hanno colpito l’umanità.
Così avviene ancora oggi, ma con metodi ancor più sofisticati.
Di questo si è parlato venerdì scorso nell’incontro web promosso dal sindaco di Rubiera (RE), trasmesso in streaming su Educativvù, con la moderazione del giornalista Pierluigi Senatore.
"Le mafie mutano in base alle esigenze del mercato, in base al loro bisogno di sopravvivenza delle loro strutture e organizzazione. - ha spiegato Nicola Gratteri - La struttura dello Stato è farraginosità e non si può cambiare online. Ma ci sono le procedure, i riti e quindi le mafie passano. Se non c’è una classe politica pronta a stare sul pezzo noi rischiamo sempre di inseguire gli eventi e arriviamo con un risultato tardivo quando la toppa e peggio del buco”.
Secondo il magistrato, per contrastare il fenomeno, c’è bisogno che ci sia una adeguata formazione di chi riveste ruoli all’interno della pubblica amministrazione. “C’è la necessità di avere una scuola di pubblica amministrazione come c’è in Francia. Ci sarebbe tanto utile in quanto non c’è la cultura della Pubblica Amministrazione. Ancora oggi il sistema viene basato sul fatto che il diritto passa per favore. - ha detto - In tempi di crisi come quelli odierni questi danni li paghiamo doppi e tripli in quanto l’esigenza è oggi. Perché non abbiamo la prontezza e manca il coraggio”.
Nei primi mesi in cui la pandemia del Coronavirus stava arrivando nell’apice della prima ondata, con il governo che era ricorso al lockdown, molte aziende e imprese si sono trovate ad affrontare una grave crisi economica e per questo erano stati stanziati degli aiuti economici. E proprio in questa occasione le mafie sono partite all’arrembaggio dei fondi stanziati, ma per evitare l’aggressione della mafie proprio Gratteri aveva proposto di passare gli elenchi dei beneficiari agli organi di polizia, in modo da dare un filtro ad eventuali infiltrazioni mafiose. Una proposta che, purtroppo, non è stata considerata. “Non sono stato ascoltato. Ed oggi vediamo al telegiornale che, in un comune, 20-30-50 persone non avevano diritto ai sussidi perché si scopre che erano mafiosi. - ha sostenuto il magistrato - E allora perché andare a spendere soldi per fare indagini dopo se era possibile fare un controllo di poco costo e tempo prima di dare i soldi a chi non né aveva bisogno?”. “Il sindaco - ha aggiunto - chi compila la lista cercherà di dare i soldi ai suoi elettori quindi questo tipo mentalità della cosa pubblica porta poi clientelismo e alla mentalità da faccendiere, da persona che vive di assistenza. Una mentalità di una persona che è vicina al malaffare, clientelismo e alle mafie”.

La sopravvivenza delle mafie? I colletti bianchi
Nel corso della presentazione, Gratteri ha anche evidenziato come la sopravvivenza della mafia sia stata continuativa nel tempo grazie ai rapporti con professionisti. “C’è una grossa fetta di professionisti, di gente apparentemente colta e istruita, che preferisce essere in rapporto con la ‘Ndrangheta. Ecco perché l’infiltrazione di essa è così penetrante nella pubblica amministrazione. - ha detto - Poi c’è una piccola minoranza che non capisce e poi ci sono gli ignavi, che sono quelli che non prendono posizione. Tutti questi soggetti all’interno dello stesso territorio fanno il gioco della ‘Ndrangheta”.
In questo momento di grande crisi economica in cui le imprese sono chiuse “si rivolgono agli usurai. - ha precisato il magistrato - Le banche non hanno fatto un grande lavoro in questo anno in quanto hanno continuato a fare le banche e hanno abbassato di pochissimo gli interessi e richiedono un targate di garanzie troppo alte; una cosa che gli artigiani non possono dare perché sono chiuse o semi-chiuse. Io avevo parlato nel mese di febbraio con il presidente dell’Abi che mi aveva garantito massima disponibilità nell’andare incontro ai commerciati, ma forse non è stato ascoltato anche lui perché le banche non fanno beneficenza”.

La sottovalutazione delle mafie
Con il libro, scritto a quattro mani da Gratteri e Nicaso, l’intento è proprio quello di mettere in fila le infiltrazioni che si sono manifestate nel corso della storia affinché oggi, con l’emergenza pandemica del Coronavirus, non si ripetano gli stessi errori.
“I soldi erogati per fronteggiare pandemie e terremoti, è un film già visto di come le mafie in passato siano riuscite a trasformare le crisi in opportunità, è un modo per riflettere e stare attenti. - ha affermato lo scrittore Antonio Nicaso - Gli strumenti che stanno mettendo in campo le organizzazioni mafiose, mi riferisco al welfare mafioso, che è una sorta di generosità interessata e il doping finanziario che, appunto da questa idea di rilevare aziende in difficoltà, di prestare denaro anche a tassi non necessariamente di strozzo, perché obiettivo fondamentale è quello di cercare consenso, di trovare il consenso sociale; che poi quello che le mafie hanno sempre cercato sin dalla loro costituzione”. Per lo scrittore in questo momento “si sta in qualche modo ripetendo l’errore che abbiamo fatto noi in Italia quando consideravamo la mafia un fenomeno siciliano e quindi un problema legato alla Sicilia, un problema di cui il Paese avrebbe dovuto interessarsi”. E ancora: “La storia è maestra di vita purtroppo la memoria ci sfugge e questo è l’aspetto secondo me più importante in quanto ci dovrebbe essere una sorta di tridimensionalità della memoria: il passato, il presente, il futuro”.
Secondo Nicaso, in passato, la mafia era considerato “un comportamento” e c’è voluto tantissimo tempo affinché si arrivasse a rilevarlo come reato, un risultato che si è avuto con il Maxi-processo a Cosa nostra. Mentre per quanto riguarda la ‘Ndrangheta è stato ancora più difficile in quanto era considerata “la mafia stracciona” quando già “dagli anni ’60 c’erano degli elementi per poter capire la evoluzione di questa organizzazione”. Lo scrittore, parlando dell’evoluzione della mafia, ha sottolineato il fatto che oggi quando ci sono delle operazioni antimafia oltre agli arresti dei mafiosi ci sono anche “una decina di professionisti”. “Questi sono individui non organici e a cui bisogna contestare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, - ha spiegato il giornalista - che è un reato che non esiste nel codice penale ed è stato utilizzato per la prima volta da alcuni, unendo l’associazione mafiosa con il concorso proprio perché il legislatore, forse, non ha nessun interesse a prendere in considerazione le condotte agevolatrici che, però, sono fondamentali. Noi, da sempre, diciamo che le mafie hanno bisogno chiaramente di una coesione interna, ma hanno anche bisogno di relazioni esterne. Senza relazioni esterne le mafie non sarebbero mai quello che sono, non sarebbero un brand di successo”.

Il denaro sporco: ossigeno dell’economia
Un altro elemento importante evidenziato da Nicaso è il grande flusso di denaro delle mafie, che nel corso degli anni, si è unito all’economia legale. “Dal punto di vista storico è possibile documentare una forte immissione di liquidità delle mafie nel mercato legale dalla crisi del 2008. - ha spiegato - Prima c’erano state tante forme di riciclaggio di denaro ma nel 2008 le mafie hanno contribuito moltissimo a salvare banche che rischiavano il collasso a causa della crisi finanziaria”. “Quello che sta succedendo - ha aggiunto - sempre di più è che i soldi della droga, i soldi dei paradisi fiscali, e delle attività illecite stanno diventando una sorta di ossigeno dell’economia legale. Nel senso che il denaro sporco e dell’evasione non viene respinto dal mercato”.
In conclusione Nicaso ha evidenziato un altro aspetto fondamentale, ovvero che le mafie “possono essere contrarie alle leggi dello Stato, ma non sono contro le leggi del mercato. Quindi c’è questa “accettazione" del denaro sporco, il quale viene accettato e sta diventando importante per l’economia mondiale. Ed è questo un aspetto preoccupante".

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