Intervento sulle carceri: dare il telefono a un detenuto diventa reato
Nella giornata di ieri il Consiglio dei Ministri ha varato il decreto, più volte annunciato, che modifica alcuni punti dei decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini quando era ministro dell'Interno. Queste le principali modifiche.
Sì all'estensione della protezione speciale per i migranti
Tra le novità in tema di protezione internazionale degli stranieri c'è il "Sì" al permesso per protezione sociale se il rimpatrio comportasse per lo straniero non solo il rischio di tortura ma anche il pericolo che venga sottoposto "a trattamenti inumani o degradanti" o che gli venga violato il rispetto "della sua vita privata e familiare".
Nel comunicato finale del Consiglio dei Ministri, viene spiegato come la normativa vigente prescrive il divieto di espulsione e respingimento nel caso in cui il rimpatrio determini, per l'interessato, il rischio di tortura. Con il decreto, per l'appunto, si aggiunge a questa ipotesi il rischio che lo straniero sia sottoposto a trattamenti inumani o degradanti. Quindi se ne vieta l'espulsione anche nei casi di rischio di violazione del diritto al rispetto della sua vita privata e familiare. In tali casi, si prevede il rilascio del permesso di soggiorno per protezione speciale. Sempre in materia di condizione giuridica dello straniero, il provvedimento affronta anche il tema della convertibilità dei permessi di soggiorno rilasciati per altre ragioni in permessi di lavoro. Alle categorie di permessi convertibili già previste, si aggiungono quelle di protezione speciale, calamità, residenza elettiva, acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, attività sportiva, lavoro di tipo artistico, motivi religiosi e assistenza ai minori.
Dare il telefono a un detenuto diventa reato
Arriva inoltre "una nuova fattispecie di reato che sanziona chi introduce o detiene all'interno di istituti penitenziari telefoni cellulari o dispositivi mobili di comunicazione". La sanzione vale quindi sia per chi fornisce il cellulare al detenuto e sia per chi lo riceve. Arrivano pene più severe per le persone coinvolte in risse: qualora, in questi eventi, qualcuno resti ucciso o riporti lesioni personali, il solo fatto della partecipazione alla rissa rende il soggetto punibile con la reclusione da sei mesi a sei anni.
Rafforzato il 'Daspo Urbano'
Chi ha riportato una denuncia per vendita o cessione di sostanze stupefacenti non potrà entrare in un locale pubblico, pena la reclusione da 6 mesi a 2 anni e una multa fino a 20 mila euro. Il nuovo decreto "introduce norme che rafforzano i dispositivi a garanzia della sicurezza pubblica, implementando le misure del divieto di ingresso nei pubblici esercizi e nei locali di pubblico trattenimento o nelle loro adiacenze, nonché le misure di contrasto al fenomeno dello spaccio di stupefacenti attraverso siti web".
Nel primo caso, si rafforza il cosiddetto "Daspo urbano", rendendo possibile per il Questore l'applicazione del divieto di accesso nei locali pubblici anche nei confronti dei soggetti che abbiano riportato una o più denunce o una condanna non definitiva, nel corso degli ultimi tre anni, relativamente alla vendita o cessione di sostanze stupefacenti o psicotrope. Viene poi esteso il meccanismo dell'oscuramento, già utilizzato per il contrasto alla pedopornografia online, a quei siti che, sulla base di elementi oggettivi, devono ritenersi utilizzati per la commissione di reati in materia di stupefacenti.
Foto © Imagoeconomica
Decreto sicurezza, nuove regole sulla protezione per i migranti
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