di AMDuemila
Il presidente della Commissione Antimafia intervistato da Fanpage.it: "Continueremo ad indagare"
"Le audizioni che sono state fatte ci hanno permesso di comprendere quanto sia stato sottovalutato il problema della tenuta del sistema penitenziario in occasione di una pandemia". A dirlo è Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare Antimafia rispondendo ad alcune domande di del direttore di Fanpage.it, Francesco Piccinini, sulla questione delle scarcerazioni dei boss mafiosi durante l'emergenza sanitaria.
"Ci è sembrato che il DAP abbia cominciato bene, attivando una procedura di dialogo con il sistema sanitario nazionale per consentire il diritto alla salute del detenuto e l'eguale diritto alla sicurezza da parte delle comunità" tuttavia, ha continuato Morra "dalle audizioni abbiamo capito che poco alla volta si è diffusa a livello dirigenziale la convinzione che si dovesse operare uno sfollamento delle carceri". "C'è stata la volontà di dirigenti ministeriali - ha afferma il senatore in forza ai 5Stelle - Il 21 marzo una funzionaria del ministero ha firmato una nota circolare con cui veniva sollecitata la magistratura, a seguito di un intervento da parte degli stessi direttori degli istituti di pena, a segnalare tutti i detenuti anche nell'ala dell'alta sicurezza affetti da patologie più o meno gravi e anche tutti i detenuti con età superiori a 70 anni. A 70 anni negli istituti di pena si trovano spesso detenuti che scontano pena per reati di tipo mafioso. Quindi quella circolare del 21 marzo avrebbe di fatto aperto le porte non alla scarcerazione, ma alla traslazione agli arresti domiciliari". "Noi dobbiamo continuare a indagare - ha concluso il presidente della commissione Antimafia - Abbiamo ancora oggi circa duecento mafiosi, precedentemente detenuti in alta sicurezza, che sono ai domiciliari. E questo non va".
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