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di AMDuemila
Il togato Di Matteo: “Inopportuno nominare Cantone a guida procura Perugia”

E’ stata molto combattuta, ma alla fine il plenum del Csm ha nominato l’ex presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, a nuovo procuratore capo di Perugia. Sulla scelta di affidargli le redini della procura titolare dell'inchiesta sul pm romano Luca Palamara, che ha terremotato l’organo dell’autogoverno della magistratura, il consiglio di Palazzo dei Marescialli si è diviso. Infatti, la minoranza ha votato per Luca Masini, procuratore aggiunto a Salerno. La nomina di Cantone è passata con 12 a favore contro gli otto andati al suo concorrente. A suo favore hanno votato le toghe progressiste di Area e i laici di tutto lo schieramento politico, ed è la prima volta che accade in questo Csm. Il candidato di minoranza, il procuratore aggiunto di Salerno, Luca Masini, ha ottenuto invece il sostegno dei togati di Autonomia e Indipendenza, del togato indipendente Nino Di Matteo e di Magistratura Indipendente. Si sono invece astenuti i togati di Unità per la Costituzione.

Di Matteo: “Inopportuno nominare Cantone”
Nelle dichiarazioni di voto, il consigliere togato Nino Di Matteo ha spiegato che “non sia opportuno che Cantone vada a dirigere proprio quella procura che ex art.11 è competente su ipotesi di reato commesse dai colleghi che lavorano negli Uffici di Roma e che possono investire procedimenti che a vario titolo riguardano i rapporti tra magistrati e politici vicini o appartenenti alla stessa compagine politica decisiva per la nomina all’Anac. Pertanto ritengo preferibile che venga nominato un procuratore diverso, quale il procuratore Masini che ha sempre saputo coltivare il valore della indipendenza". Di Matteo, pur manifestando la sua stima nei confronti di entrambi i candidati, non ha negato che Cantone all’Anac "abbia perfezionato la propria professionalità in materia di contrasto alla corruzione, se non altro attraverso i rapporti con le procure", ma il punto è che "noi abbiamo il dovere di decidere in funzione dell’esigenza di garantire nei confronti dei cittadini l’apparenza di imparzialità". "Io avrei sostenuto la candidatura del dott Cantone a una Procura diversa, ma non a Perugia. L’incarico all’Anac ha una fortissima connotazione politica, una connotazione che si è perfino accentuata, almeno quanto alla sua apparenza, quando per più volte il dott Cantone è stato indicato come possibile premier della nuova compagine governativa", ha aggiunto. Di Matteo ha insistito nel ricordare che il testo unico sulla dirigenza giudiziaria esige una "prudenziale" valutazione degli incarichi fuori ruolo "in modo che mai possa ingenerarsi nell’opinione pubblica il sospetto di mancanza di imparzialità".

Davigo: “Allarmante assimilare attività ANAC a quella giudiziaria”
Il consigliere Piercamillo Davigo, che ha votato per Masini, ha detto: “Credo fermamente nella separazione dei poteri e far discendere una prevalenza del candidato dalla guida dell'Anac, assimilando tale attività a quella dell'attività giudiziaria mi sembra allarmante. È un grave errore confondere le due funzioni, specie in riferimento alle attività della guardia di finanza, perché anche il capo delle dogane dispone della Gdf ma a nessuno verrebbe in mente di nominare procuratore un capo delle Dogane”. Durante il plenum del Csm, Davigo ha spiegato: "La funzione repressiva, infatti, è cosa ben diversa da quella preventiva. Il Procuratore della Repubblica non si occupa della prevenzione dei reati, ed è un principio pericoloso quello di assimilare tale funzione a quelle di chi esercita funzioni requirenti. Qui non stiamo discutendo della professionalità di Cantone e di Masini, che è indiscutibile, ma di chi ha più titoli. Quello che fa infuriare i magistrati sono le scorciatoie. Non si passa direttamente da un incarico fuori ruolo a un incarico direttivo. Il dott Cantone ha tutti i meriti del mondo ma appena rientrato in ruolo ha presentato 3 domande per dirigere tre diversi Uffici". Quanto alla differenza dei profili di Cantone e Masini, Davigo ha sottolineato "le violazioni del testo unico della dirigenza giudiziaria a partire dall'Art.17: 27 anni di funzioni requirenti, in 5 uffici diversi per il dott Masini, mentre il dott Cantone ha solo 15 anni nelle funzioni requirenti, sempre in Campania, cessati da oltre 10 anni. Il dott Masini è attualmente procuratore aggiunto a Salerno dove è stato anche reggente, il dott Cantone non ha mai avuto tali incarichi". Il consigliere Giuseppe Marra, appartenere al gruppo di Davigo, ha spiegato che Cantone è "un magistrato che da 13 anni non svolge funzioni requirenti e la sua eventuale nomina, creerebbe un precedente epocale". L'ufficio del Massimario, dove Cantone è stato designato coordinatore di alcuni settori dopo il rientro dall'Anac, “è completamente distante dalle funzioni requirenti: se 100 magistrati che provengono da lì ci presentassero la loro candidatura a capo di una procura non li prenderemmo nemmeno in considerazione. Nel caso di Cantone si tratta di un tramutamento delle funzioni: si fa passare un giudice del Massimario a capo di una Procura, mentre con il dott. Masini si valorizza l'attitudine specifica nelle funzioni requirenti, sempre svolte con efficacia".
Secondo il relatore della pratica a favore di Catone, il consigliere Mario Suriano, ha detto che “è vero che si fa il nome di Cantone per tutto, ma lo si fa perché dà totale garanzia di autonomia e indipendenza. Capisco le criticità ma occorre applicare il testo unico e con la sua nomina lo stiamo facendo". Mentre il consigliere laico, Stefano Cavanna, che ha votato a favore di Raffaele Cantone, ha spiegato che “spesso sono d'accordo con il Consigliere Di Matteo, non in questo caso, perché vedere nella Presidenza dell'Anac una carica politica mi sembra un eccesso, perfino per me, che sono sempre rigoroso su questo tema". Pertanto "questa volta - ha aggiunto - non mi asterrò ma voterò per la proposta a favore del dott. Cantone sulla base di un giudizio di prevalenza in base all'idoneità. Ribadisco, però, che sul fuori ruolo serve una complessiva rimeditazione a partire dal legislatore, ma non si può tollerare che il magistrato che rientri da un incarico fuori ruolo venga per ciò solo considerato un proscritto”.

Foto © Imagoeconomica

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