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di AMDuemila
Il braccio destro dei Leonardi preso da un attacco d’asma durante l’interrogatorio

Non ha aperto bocca Antonino Leonardi, il re dei rifiuti, proprietario della discarica più grande della Sicilia, davanti al Gip di Catania Stefano Montoneri. L’uomo, difeso dagli avvocati Carmelo Peluso e Luigi Latino, si è avvalso dalla facoltà di non rispondere. E’ stato arrestato qualche giorno fa con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e traffico di Rifiuti, nell'operazione "Mazzetta sicula". I suoi legali hanno annunciato che nelle prossime settimane valuteranno chiedere un nuovo interrogatorio e nel frattempo faranno istanza al Tribunale della libertà per chiedere una misura alternativa al carcere.
Il braccio destro dei Leonardi, Filadelfo 'Delfo' Amarindo, ha pronunciato il suo nome durante l’interrogatorio e dopo poco è stato preso da un attacco d’asma, cadendo a terra. Amarindo è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, difeso dall'avvocato Francesco Calderone. L’uomo è stato soccorso e poi ricoverato in infermeria nel carcere di Bicocca e il giudice delle indagini preliminari Stefano Monteneri ha rinviato a lunedì mattina l'interrogatorio di garanzia. Tra le accuse cui deve rispondere Delfo Amarindo anche l'occultamento di un picciotto della mafia lentinese, Santo Gallo, sparito nel nulla nel 2002. Sarebbe stato il tramite tra gli imprenditori e il clan Nardo di Lentini. Ad alzare il velo sul caso di lupara bianca di Santo Gallo, giovane 'soldato' lentinese, assassinato nell'ambito di una faida interna al clan Nardo, è stato il collaboratore di giustizia Alfio Ruggeri, di 45 anni. Sentito dai magistrati della Dda di Catania il pentito si è autoaccusato del delitto, ma ha anche indicato la discarica di Lentini quale luogo dell'occultamento del cadavere di Gallo e in Delfo Amarindo colui che permise l'ingresso del gruppo di fuoco che assassinò dentro la discarica il giovane, poi fatto sparire tra i cumuli di spazzatura.

Foto © Imagoeconomica

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