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di AMDuemila
"Chi è corrotto è incapace di chiedere perdono, di vergognarsi”. E’ questo il duro attacco di Papa Francesco, nella messa quotidiana trasmessa in streaming per l'emergenza Coronavirus, che si è scagliato contro chi corrompe. Secondo Bergoglio il corrotto ha perso perfino "la capacità di vergognarsi. Va avanti, sicuro, distrugge tutto". Ma poi gli arriva “la condanna di Dio”, che semmai "aiuta a pentirsi”. E poi ha aggiunto: “Ognuno di noi ha le proprie storie e i propri peccati. Ringrazi Dio se li trova, sennò è un corrotto. Dio fa giustizia, è misericordioso". E da questo poi il Papa ha spiegato: “Non vergogniamoci di essere nella Chiesa, è madre di tutti. Ognuno, guardando come fa Gesù, si fidi della misericordia e preghi con fiducia perché Dio guida nel giusto cammino”.
E’ la giustizia divina che Papa Francesco ha messo in evidenzia durante la messa e che questa interviene in favore dell'innocente e al colpevole ha detto "non ti condanno e ora non peccare più”. Durante la messa a Santa Marta, il pontefice ha di fronte due letture, due storie parallele di donne: accusate di adulterio, e per la legge mosaica questo vuol dire condanna a morte. Ma la prima, Susanna, non ha commesso il fatto. La seconda - il nome non è ricordato da Giovanni - sì. Insieme, l'una e l'altra, fanno la Chiesa, almeno secondo parte della patristica. Francesco lo ha ricordato, come anche la definizione sintetica della Sposa di Cristo: "Casta et meretrix", santa e prostituta. Soprattutto, le due donne sono esseri umani. L'Umanità. Fedele ed infedele. Disperata, di fronte alla condanna. Parallela anche la storia dei loro accusatori. Due gruppi, entrambi di uomini, che lanciano l'accusa ed emettono la condanna. Si noti: per due volte Papa Francesco ha ricordato che si tratta di persone "al servizio della Chiesa". Sono "giudici e maestri della legge", infatti, "i primi, gli accusatori di Susanna, sono corrotti".
"Quella del giudice corrotto è una figura emblematica nella storia, che Gesù riprende nel Vangelo" con il racconto della vedova insistente. Quanto ai secondi "i dottori della legge, non sono corrotti, ma ipocriti". La disperazione delle donne invece è la stessa, con la differenza che Susanna apertamente si rivolge a Dio, l'altra - ha detto il Papa - prega dentro di sé. L'essere colpevole o innocente fa la sua differenza, anche se entrambi avranno salva la vita. L'innocente infatti riceve aiuto e giustizia, la colpevole non viene giudicata. Ha la misericordia. Quanto agli accusatori, "i giudici corrotti vengono condannati, gli ipocriti aiutati a pentirsi". Vadano a meditare, iniziando dai più anziani, sul loro essere davvero senza peccato. Ma i giudici corrotti no, Cristo "non li perdona". Non bisogna dimenticare che in entrambi i racconti c’è una terza figura, sullo sfondo ed è il popolo. "Nel primo caso il Popolo loda il Signore, nel secondo impara cos'è la misericordia". Il popolo di Dio, che è una costante delle omelie di Papa Francesco.

Foto © Imagoeconomica

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