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di AMDuemila
Il magistrato intervenuto a 'Mezz'ora in più': “Grave la corruzione tra magistrati, è ingordigia. La gente si allontana”
“Il Csm di oggi è molto migliorato, ha una grande etica”

Quella raggiunta in maggioranza sulla prescrizione "è una mediazione al ribasso". E’ così che si esprime il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ospite del programma di RaiTre 'In mezz'ora in più’, condotto da Lucia Annunziata. Secondo il magistrato calabrese nella mediazione di governo c’è "una disparità di trattamento" tra chi è assolto e chi è condannato in primo grado. Inoltre, Gratteri ha sottolineato che "la prescrizione serviva per costringere il legislatore, i politici a interessarsi a fare le modifiche per velocizzare il processo senza diminuire i diritti, questa è la madre di tutte le riforme". E poi ha aggiunto: “Un legislatore serio deve preoccuparsi perché un fascicolo rimane in un armadio per 5 anni. Ogni bambino ha un tablet, ogni persona ha magari due telefoni però quando chiediamo la tecnologia applicata al processo viene l'orticaria a tutti e dicono che si abbassa il livello di garanzia dell'indagato. L'informatica non abbassa la garanzia, lascia traccia. Non fa altro che aumentare le garanzie. Tecnologia vuol dire efficienza, diminuire il potere discrezionale dell'uomo, quindi diminuire l'abuso”.
Per il procuratore l’incisività dell’azione di governo la si vede solo “nei primi mesi” e poi “i governi hanno sempre meno energia, potere, e si fanno le cose al ribasso. Perché gli altri non presentano un'alternativa?”. Il magistrato ha poi ricordato quando nel 2014, con il nuovo governo di Matteo Renzi, sarebbe dovuto diventare ministro della Giustizia. "Ho conosciuto Renzi nel 2014, il giorno prima che andasse dal presidente Napolitano. - ha detto - Gli dissi quello che bisognava fare e lui era d'accordo su tutto, parlammo di cose strutturali che riguardavano il sistema giudiziario”. Ma poi la nomina non arrivò, perché ci sarebbe stato il “veto” dell’allora capo dello Stato Giorgio Napolitano: “Perché il veto di Napolitano? Chiedete a lui. Pare che avesse detto che sono un pm troppo caratterizzato. Non so cosa volesse dire - ha continuato Gratteri -. E' vero che sono molto indipendente e non faccio parte di nessuna corrente, ho un carattere duro, non conosco mediazioni al ribasso. In ogni caso, una volta finito l'incarico di ministro, avrei guidato un'azienda agricola, sono un bravo agricoltore, di certo non avrei fatto più il magistrato per una questione di serietà e credibilità”.

gratteri nicola mezz ora in piu

L’operazione Rinascita-Scott

Nell’intervista a 'Mezz’ora in più', Gratteri ha anche parlato dell’operazione 'Rinascita-Scott' che ha visto il 19 dicembre l’arresto di ben oltre 300 persone. Per il procuratore “le persone arrestate” e poi “scarcerate sono 69. Sono state arrestate, ad esempio, per intestazione fittizia di beni, cioè sono dei prestanome. Nel momento in cui ho il bene sequestrato, quella persona viene interrogata e risponde alle domande dove è più l'esigenza cautelare? Quindi viene scarcerato”. Ma per il magistrato “questo non vuol dire che il soggetto non ha commesso il reato. Vuol dire che non c’è più il pericolo di fuga, di inquinamento probatorio e le dichiarazioni sono cristallizzate. - ha continuato - Poi se uno è in malafede può dire che l'indagine è fallita perché sono state scarcerate queste persone”.

"La corruzione dei magistrati? E' al 6-7%"
Un altro tema affrontato dal procuratore della Repubblica di Catanzaro è il fenomeno della corruzione anche tra le toghe. "Il problema corruzione nella magistratura c’è, possiamo parlare del 6-7%. - ha detto - E’ grave inimmaginabile, terribile. Noi guadagniamo bene. Io prendo 7200 euro e si vive bene e non c’è lo stato di necessità, non è un padre che ruba per fare mangiare i figli. E' un fatto di ingordigia. Il potere è avere incarichi o chiedere incarichi per amici degli amici". Gratteri ha evidenziato che “i magistrati non vengono da Marte, sono il prodotto di questa società”. Quindi, l’abbassamento della morale e dell'etica “c’è in tutte le categorie ma posso dire che sostanzialmente la struttura della magistratura è sana. Certo, un magistrato corrotto fa rumore, è molto grave. La gente si allontana da noi, perdiamo tanta credibilità. Se in passato avete celebrato degli eroi ed eroi non erano, la colpa è anche dei giornalisti, dei presentatori di certe trasmissioni televisive che hanno creato dei personaggi senza che in realtà nella vita avessero mai fatto nulla, quindi la responsabilità è un po' più ampia”. Il magistrato ha poi evidenziato che la responsabilità di “avere sottovalutato le mafie, di avere continuato a recitare che gli 'ndranghetisti erano dei pastori o al massimo responsabili di sequestri di persona” è da riconoscere a “dei magistrati, delle forze dell'ordine, dei giornalisti, degli storici, dei professori universitari che non abbiamo saputo o voluto capire la vastità del fenomeno”. Gratteri si è poi chiesto: “Perché emergono oggi queste cose?”. Quesito che ha trovato risposta nel fatto che “prima c'era qualche collaboratore di giustizia che ne parlava, ma una cosa è il collaboratore ed un'altra è l'intercettazione ambientale dove c’è la voce degli attori protagonisti che parlano in modo chiaro e poi si configurano, ad esempio, reati di corruzione o concussione e quindi la prova è dirompente. Non parliamo più di indizi ma di prove".

gratteri nicola annunziata mezz ora inpiu

“Il Csm? Molto serio, oggi ha una grande etica”

Parlando sempre di magistratura, il procuratore ha evidenziato che il Consiglio Superiore della Magistratura, dopo la bufera sul caso Palamara, oggi “lo vedo molto migliorato, lo vedo molto serio, molto tosto, molto duro, mi va benissimo, mi va alla grande. In questo Csm vedo una forte etica, c'è gente molto sensibile che si indigna, si scandalizza, non è assuefatta assolutamente. Vedo un Csm molto serio”.

“Carceri adesso sono contenitori, bisogna lavorare per rieducazione”
Un altro tema toccato dal procuratore Gratteri è stato quello delle carceri che oggi “sono dei contenitori” e “non si fa rieducazione e trattamento”. “Io non parlo di lavori forzati ma di campi di lavoro. - ha aggiunto - Un tossicodipendente quanto entra in comunità lavora otto ore al giorno e poi fa un'ora o due di psicoterapia. Perché invece un detenuto deve stare otto ore al giorno davanti al televisore? Quando esce perché dovrebbe cambiare? Ma se invece usiamo il lavoro come terapia, come rieducazione, come trattamento allora le cose cambiano". E ancora: “Avremmo le spiagge, i fiumi, le montagne più pulite al mondo". In conclusione, alla domanda di Lucia Annunziata che il lavoro come terapia somiglia molto al "lavoro rende libero" del campo di concentramento di Auschwitz, Gratteri ha risposto: "Se la stessa frase la spostiamo in diversi contesti storici possiamo darle l'interpretazione che più ci assomiglia".

Guarda l'intervista integrale dal 35° min: Clicca qui!

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