di AMDuemila
Bonafede ha varato una serie di modifiche: sarà il pm a decidere sugli ascolti rilevanti da trascrivere
Sventato rischio incriminazione per giornalisti che pubblicano intercettazioni
Dopo quasi sei ore di riunione ieri pomeriggio il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge sulle intercettazioni.
Il testo contiene alcune novità. La più importante è quella relativa alla persona incaricata a decidere quali sono le intercettazioni rilevanti da trascrivere e quali no. Se prima, per come era stata inizialmente scritta la riforma, se ne occupava la polizia giudiziaria ora invece spetta al pubblico ministero fare queste valutazioni e in caso dare ordine per avviare la procedura. La legge Orlando sul punto stabilisce che le intercettazioni considerate irrilevanti non vanno trascritte e devono essere conservate in un armadio blindato controllato dal capo della procura. La polizia giudiziaria però preparerà i brogliacci sia delle intercettazioni rilevanti che di quelle irrilevanti.
Altra novità riguarda la possibilità per gli avvocati di chiedere copia cartacea delle registrazioni e ascoltare sia quelle rilevanti e anche quelle ritenute irrilevanti.
Per i giornalisti che pubblicano intercettazioni, invece, non c'è più il rischio di essere incriminati per violazione di segreto d’ufficio, ma la normativa rimane essenzialmente identica a quella attuale.
Il dl approvato ieri modifica alcuni aspetti fondamentali della riforma dell'ex guardasigilli Andrea Orlando che erano stati a suo tempo contestati anche dagli addetti ai lavori. Per questo motivo la riforma entrerà in vigore già dal marzo 2020 dimezzando i tempi precedentemente stabiliti (giugno del prossimo anno) con l'ultima proroga. Nel Dl appena approvato si è raggiunto un compromesso anche sul sistema di intercettazione Trojan. L’applicazione dei captatori informatici è stata slegata dalla normativa sulle intercettazioni ambientali ampliandone di fatto la possibilità di uso. La riforma Orlando invece li considerava microspie ambientali. Con il decreto legge approvato oggi, dunque, il trojan si potrà usare per perseguire i reati associativi, quelli con finalità di terrorismo e quelli dei pubblici ufficiali o degli incaricati di pubblico servizio contro la pubblica amministrazione. In pratica potrà essere usato per i delitti puniti oltre cinque anni e solo commessi dai pubblici ufficiali.
Foto © Imagoeconomica
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