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di AMDuemila
Estorsioni, traffico di droga, così erano tornati a delinquere, dopo essere usciti dal programma di protezione, cinque ex collaboratori di giustizia. Pian piano erano riusciti a ricostruire la cosca a Messina ma sono stati scoperti grazie alle indagini della Squadra mobile, coordinata dalla Dda di Messina del procuratore capo Maurizio De Lucia. Questa mattina è scattato il blitz che ha portato all'esecuzione di 14 misure cautelari (14 in carcere ed una ai domiciliari).
L'inchiesta, denominata "Pandemonio", è nata un anno fa quando la Polizia ha scoperto che il gruppo di ex pentiti messinesi, protagonisti di spicco dei clan negli anni '80 e '90, erano tornati in città dopo aver espiato la pena e aver concluso il percorso di collaborazione con gli inquirenti. A Messina gli ex collaboratori di giustizia hanno dato vita a una cellula di Cosa nostra con l'obiettivo di riconquistare il territorio e tornare al potere. Intercettazioni, pedinamenti e analisi dei traffici telefonici hanno accertato l'esistenza di due organizzazioni criminali, una di tipo mafioso, l'altra con il principale scopo di trafficare in droga, legate tra loro da interessi illeciti comuni. Alcuni componenti della cosca mafiosa facevano parte anche dell'organizzazione criminale di trafficanti di droga. Le organizzazioni "sorelle" avevano assunto un ruolo negli ambienti criminali tale da incidere sulle dinamiche del malaffare messinese. Per decidere gli affari gli associati si incontravano in un ristorante del centro, gestito da uno degli ex pentiti. Alcuni degli indagati sono stati protagonisti di un'estorsione nei confronti del titolare di un'associazione culturale messinese che, minacciato con danneggiamenti, è stato indotto a dimettersi. L'inchiesta ha accertato decine di episodi di spaccio di droga. Le organizzazioni criminali, inoltre, avevano la disponibilita' di grossi quantitativi di armi.

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