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di AMDuemila
Il Tar del Lazio: “Ci sono presupposti di estrema gravità”

Allo chef Natale Giunta sarà ripristinato il servizio di scorta. A deciderlo è stato il Tar del Lazio che ha sospeso per la per la seconda volta l'efficacia del provvedimento di revoca restituendo la tutela allo chef palermitano che negli anni scorsi denunciò e fece arrestare i suoi estorsori. "Sussistono i presupposti di estrema gravità e urgenza" ha motivato il Tar del Lazio.
Lo scorso maggio la prefettura di Palermo ha comunicato allo chef che il servizio di scorta, con due uomini e un automobile non protetta, è stata revocata. Una misura di protezione di cui beneficiava dal gennaio del 2013, quando denunciò e fece arrestare chi gli chiedeva il pizzo. Da allora, però, le intimidazioni non sono finite. Pochi mesi prima, infatti, gli era stata recapitata una busta con un proiettile e una lettera contenente delle minacce di morte. L'avvocato dello chef, Maria Geraci, ha presentato così ricorso contro il provvedimento di revoca della misura di protezione assunto dall'Ucis a fine maggio perché "illegittimo ed ingiustificato in considerando la situazione di grave pericolo".
Il marzo scorso sempre il Tribunale amministrativo del Lazio ha annullato il provvedimento restituendo la scorta, ma a luglio scorso la tutela è stata nuovamente revocata in quanto non ci sono i presupposti reali di un pericolo concreto e attuale. Mentre ieri è arrivato l’ultimo decreto del Tar del Lazio che ha restituito la scorta allo chef, sospendendo il provvedimento impugnato. "Purtroppo solo a distanza di qualche mese dalla sentenza del Tar del Lazio del 21 marzo scorso - ha detto l'avvocato Geraci - Giunta si ritrova ad affrontare ancora una volta la stessa aberrante situazione di un anno fa, quando il ministero dell'Interno, asserendo l’insussistenza di un pericolo concreto ed attuale, gli revocava la misura di protezione. Oggi, a seguito di altro provvedimento di revoca della scorta, Giunta, per tutelare la propria persona, ha dovuto proporre di nuovo ricorso al Tar Lazio. A questo punto attendiamo fiduciosi nella magistratura".
In conclusione, lo chef ha dichiarato che adesso “mi sento sereno e continuerò a lottare. Un grazie da parte mia va a quei giudici che hanno capito la mia situazione. Io credo alla magistratura e alla forze dell'ordine e mi batterò sempre per la mia terra, la Sicilia”.

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