Inaugurata la mostra a Petralia Sottana
di Aaron Pettinari - Foto
Un ricordo vivo fatto di testimonianze, parole, immagini, documenti ed oggetti. Così è stata ricordata l'umanità e la professionalità del giudice Cesare Terranova e del maresciallo di Polizia, Lenin Mancuso, uccisi quarant'anni fa in un agguato mafioso. Con il volere dei familiari e la preziosa collaborazione dell'ex pm Leonardo Agueci, di Luca Gulisano, docente e studioso della figura del giudice, e di Lavinia Caminiti è stata realizzata a Petralia Sottana una mostra all'interno di palazzo Pucci, sede del parco delle Madonie.
"E' una mostra dove si racconta, attraverso documenti, la storia non solo del magistrato ma soprattutto quella dell'uomo Cesare - ha spiegato la curatrice, Lavinia Caminiti - l'emozione di entrare nella sua vita attraverso lettere, ormai ingiallite dal tempo, scritte dai suoi genitori mentre era prigioniero di guerra, lettere piene di amore e apprensione. Poesie scritte di suo pugno verso l'amata moglie". Tra immagini e ricordi di famiglia dove si trova in compagnia della moglie, Giovanna Giaconia, o con altre figure dell'epoca, si ha una testimonianza unica di impegno civile.
Immediatamente dopo l'inaugurazione, a cui hanno partecipato anche altri familiari vittime di mafia come Vincenzo Agostino o Giustino ed Andrea Piazza, si è tenuto, nei locali del Cinema, il vero momento di commemorazione.
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Presenti il sindaco di Petralia Sottana, Leonardo Neglia, il presidente della Commissione d'inchiesta e vigilanza sul fenomeno mafioso dell'Ars Claudio Fava, il procuratore della Repubblica del Tribunale di Termini Imerese Ambrogio Cartosio, l'ex procuratore aggiunto del Tribunale di Palermo Leonardo Agueci, l'ex presidente del Tribunale di Palermo Leonardo Guarnotta, il magistrato Roberto Tartaglia, consulente della commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno mafioso, il dirigente dell'anticrimine della Questura di Palermo Giovanni Pampillonia, il presidente del centro studi 'Pio La Torre' Vito Lo Monaco, il giornalista Franco Nicastro.
In principio, però, è stato proiettato un video emozionante con le testimonianze di Pio La Torre, Piero Grasso, Attilio Bolzoni, Emanuele Macaluso, la moglie di Terranova Giovanna Giaconia, i nipoti, da cui emergono tutti i valori espressi dal giudice in un tempo in cui la mafia era ancora padrona.
Tutti, in maniera diversa raccontando anche aneddoti, hanno ricordato le stature morali del giudice e del suo fidato collaboratore a cominciare dal coraggio con cui venne intrapresa l'attività giudiziaria, con l'istruzione di processi come quello di Bari e di Catanzaro in cui venivano individuati già allora i corleonesi come figure forti della mafia, ma anche a livello politico, con la redazione della relazione di minoranza in Commissione parlamentare antimafia in cui per la prima volta si facevano nomi come quelli di Gioia, Lima e Ciancimino, in relazione ai rapporti con Cosa nostra.
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