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di AMDuemila
Una busta con polvere da sparo indirizzata al magistrato e una con una ogiva di proiettile da fucile destinata al gip Alessandra Vella sono state intercettate dal centro di smistamento di Favara

Ancora una nuova minaccia di morte indirizzata al procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio e per la prima volta anche al Gip Alessandra Vella. Da come si apprende dall'Adnkronos sono arrivate al Palazzo di giustizia di Agrigento due buste anonime indirizzate ai due magistrati che si sono occupati del caso Sea Watch. Vella è la gip che non ha convalidato l’arresto del comandante della Sea Watch 3, Carola Rackete.
Nel dettaglio a Patronaggio è arrivata una busta contenente polvere da sparo e alla giudice per le indagini preliminari Alessandra Vella, che ha scarcerato la comandante Rackete, l'ogiva di un fucile. Per Patronaggio sarebbe la terza intimidazione nell’arco di poche settimane. Venerdì 28 giugno, il numero uno della procura agrigentina aveva ricevuto una lettera anonima con insulti e minacce: "La prossima volta, se continuerai a fare sbarcare gli immigrati, passiamo ai fatti. Contro di te e ai tuoi tre figli". Il 10 giugno, la solita busta indirizzata al procuratore conteneva un proiettile calibro 6,35 nascosto da due bustine di zucchero per passare i controlli al metal detector. In quell’occasione a Patronaggio arrivò anche il messaggio di solidarietà del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, su cui proprio la Procura agrigentina stava indagando per sequestro di persona in relazione allo sbarco della nave Diciotti. Secondo l'Adnkronos in queste settimane sarebbero state addirittura una ventina le lettere di minacce intercettate al centro smistamento di Favara, tutte affidate ai Carabinieri. Entro stasera, come apprende l'Adnkronos, sarà convocata una riunione straordinaria del Comitato per l'Ordine e sicurezza di Agrigento, presieduta dal Prefetto Dario Caputo. In una lettera minatoria viene accusato "di partecipazione alla loggia satanico massonica" e di "riti satanici e di stupro rituale di bambini procurati dagli zingari", in un'altra lettera di minacce viene inviata al Procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio un fallo, realizzato con la carta, di 1,5 metri. E poi, ancora, biglietti, alcuni scritti a mano e altri al computer, ma tutti rigorosamente anonimi. Il paradosso di tutta la vicenda è che in mattinata proprio il procuratore Patronaggio e la pm Gloria Andreoli avevano depositato una richiesta alla Cassazione per annullare l’ordinanza della gip Vella di non convalida dell’arresto di Carola Rackete. “Non c’era alcun dovere da adempiere visto che i migranti erano al sicuro nella rada con la massima assistenza delle autorità che avevano anche disposto alcuni sbarchi per motivi sanitari”, per questo “la comandante della Sea Watch 3 andava arrestata", hanno scritto i magistrati nell’atto. Secondo i pm agrigentini “lo stato di necessità sussisteva al momento del salvataggio, non certo quando la nave ha urtato la motovedetta della Guardia di Finanza. Inoltre l’obbligo di fare sbarcare i migranti incombeva sull’autorità di pubblica sicurezza e non certo sul comandante della Sea Watch”. “Piena e sincera solidarietà al procuratore Patronaggio e al gip Alessandra Vella - ha dichiarato Claudio Fava, presidente della commissione Antimafia all’Assemblea regionale siciliana - C’è chi pensa, invano, di intimidire o di condizionare la ricerca della verità e la tutela dei valori costituzionali su cui sono impegnati gli uffici giudiziari siciliani”.

Al procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio e alla Gip Alessandra Vella esprimiamo tutta la solidarietà e la vicinanza da parte dell'intera redazione di ANTIMAFIADuemila per i vili atti di intimidazione subiti.

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