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di AMDuemila
Presunto legame dell’ex sindaco di Lonate Pozzolo Rivolta

'Ndrangheta, politica e gestione di attività commerciali attorno all'aeroporto di Malpensa. Sono questi gli elementi che emergono dall’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Milano e condotta dai Carabinieri del Comando provinciale del capoluogo lombardo, che alle prime luci dell’alba ha eseguito gli arresti di 34 persone (32 italiani, un marocchino e una romena) nelle province di Milano, Ancona, Aosta, Cosenza, Crotone, Firenze, Novara e Varese. I destinatari del provvedimento sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, danneggiamento seguito da incendio, estorsione, violenza privata, lesioni personali aggravate, minaccia, detenzione e porto abusivo di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti (tutti aggravati perchè commessi avvalendosi del metodo mafioso e al fine di agevolare le attività dell'associazione mafiosa), truffa aggravata ai danni dello Stato e intestazione fittizia di beni, accesso abusivo a un sistema informatico o telematico. L’indagine è iniziata nell’aprile 2017 e ha documentato la capacità dell'associazione di infiltrarsi negli apparati istituzionali dell'area di Varese.

Le cosche nel parcheggio di Malpensa
Secondo gli investigatori la ‘Ndrangheta puntava ai parcheggi attorno all'aeroporto di Malpensa e alla costruzione di nuove attività commerciali in aree nei comuni adiacenti. Il gip della procura di Milano ha disposto il sequestro di due parcheggi privati, "Malpensa Car Parking" e "Parking Volo Malpensa", oltre a metà delle quote della societa' "Star Parkings", che non si trovano nell'area aeroportuale. In totale il decreto ha consentito di sequestrare beni per un valore complessivo di 2 milioni di euro. I Carabinieri sono riusciti a documentare summit criminali durante i quali, oltre alle questioni prettamente politiche, c'era anche la pianificazione imprenditoriale della cosca, i cui proventi erano investiti in parte nell'acquisto di ristoranti e di terreni per la costruzione di parcheggi poi collegati con navette all'aeroporto.

Il legame con l’ex sindaco
I Carabinieri avrebbero accertato anche un legame tra l'ex sindaco di Lonate Pozzolo (Varese), Danilo Rivolta, e alcuni esponenti del 'locale' di 'Ndrangheta. L'elezione di Rivolta sarebbe stata appoggiata da influenti famiglie calabresi che lo avrebbero aiutato in cambio di un assessorato alla nipote del boss Alfonso Murano, ucciso il 28 febbraio del 2006 a Ferno (Varese). Tra gli indagati anche un consigliere di Fratelli d'Italia e un perito che lavorava per la Procura di Busto Arsizio (Varese): avrebbe fatto da 'talpa' su alcune indagini. Gli investigatori hanno inoltre accertato che dalla seconda meta' del 2016 era in corso un processo di ridefinizione degli assetti organizzativi della locale di 'Ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo, a seguito della scarcerazione di due boss in contrasto tra loro. Questo avrebbe creato tensioni interne che erano state risolte grazie all'intervento dello stesso Rispoli e di Giuseppe Spagnolo, al vertice della cosca Farao-Marincola che comanda nell'area di Cirò Marina (Crotone) e in stretto contatto con quella di Legnano-Lonate. Gli investigatori sono riusciti a documentare alcuni incontri organizzati per decidere come risolvere le controversie e assegnare territori e competenze agli affiliati.

Foto © Imagoeconomica

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