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di AMDuemila
Il ministero degli Interni, tramite l'Ucis, "sta valutando le condizioni di rischio" dell'ex pm Antonio Ingroia che, nonostante la disposizione del Consiglio di Stato, resta ancora senza scorta. E' il Fatto Quotidiano a dare notizia della nota ricevuta dal difensore di Ingroia che sollecita, come previsto dall'ordinanza, il ripristino della scorta perché nei confronti dell’ex magistrato “non può escludersi il compimento di azioni criminose”. Dodici giorni dopo la pronuncia amministrativa, dunque, si è tornati punto e d'accapo. "Sono stupito e disorientato - ha dichiarato Ingroia al Fatto - apprendo oggi, anniversario della strage di Capaci, che il ministero dell’Interno interpreta diversamente la decisione del consiglio di Stato ritenendo che deve solo 'rivalutare' e non invece ripristinare la scorta così come disposto dal Consiglio di Stato che aveva deciso l sospensione della revoca". Ingroia si è dunque chiesto: "Ma questo è sempre lo stesso Stato per il quale da uomo dello Stato ho sfidato la mafia e i poteri occulti alla stessa legati? E per cui ho rischiato la mia vita?". Una domanda assolutamente lecita tenuto conto non solo della storia del passato ma anche quella più recente che ha visto il magistrato subire, nel novembre 2018, anche uno strano furto all'interno della propria abitazione a Roma. Da quanto è stato reso noto vennero sottratte alcune pen drive al cui interno vi erano atti processuali del periodo in cui era magistrato e di quelli attuali da avvocato; ma anche appunti e considerazioni personali su inchieste delicate. E su quei fatti, ad oggi, non è ancora stata fatta luce.

Foto © Imagoeconomica

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