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di AMDuemila
Il Gip Morosini ha respinto la richiesta di scarcerazione

L'ufficiale dei carabinieri, Alfio Marco Zappalà, arrestato la scorsa settimana con l'accusa di rivelazione di notizie riservate insieme all'appuntato Giuseppe Barcellona, che risponde di accesso abusivo al sistema informatico, resta in carcere. La decisione è del gip di Palermo, Piergiorgio Morosini, che ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dai suoi legali. Secondo i magistrati, Barcellona, addetto a trascrivere i contenuti delle intercettazioni disposte nell'ambito della cattura del boss latitante Matteo Messina Denaro, avrebbe passato a Zappalà, funzionario della Dia di Caltanissetta, un verbale di conversazione tra due indagati in cui si faceva riferimento a dinamiche interne alla famiglia mafiosa di Castelvetrano. L'inchiesta, coordinata dall'aggiunto Paolo Guido e dai pm Piero Padova e Francesca Dessì, non ha ancora accertato se la fuga di notizie abbia riguardato anche la parte del dialogo relativa a un possibile covo di Messina Denaro. Secondo gli inquirenti Zappalà, a sua volta, avrebbe girato l'intercettazione all'ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino, anche lui arrestato, ma con l'accusa di favoreggiamento aggravato, che l'avrebbe data al boss Vincenzo Santangelo. Anche Vaccarino ha presentato istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame che terrà udienza venerdì. Barcellona avrebbe ammesso davanti al gip di avere consegnato al suo ex superiore Zappalà il verbale, sostenendo di averlo fatto perché lui glielo aveva chiesto e pensando che non ci fosse alcuna anomalia. Zappalà, invece, ha sostenuto di essere stato indirettamente interessato alle indagini sul latitante perché dai pm di Caltanissetta era delegato alle inchieste sulle stragi del '92 in cui il capomafia è imputato. Versione che non ha convinto i magistrati dal momento che Barcellona non aveva alcun titolo per effettuare le ricerche sul padrino.

Foto © Imagoeconomica

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