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cali frank 2di Karim El Sadi
Si tratta di Anthony Comello, 24 anni, del New Jersey

Il killer di Francesco Calì, detto “Franky boy”, a New York avrebbe un nome e un movente. Si tratta di Anthony Comello, 24 anni, fermato sabato scorso dalla polizia newyorkese. Il ragazzo, secondo gli inquirenti, avrebbe sparato per ragioni personali, Calì avrebbe rifiutato la possibilità che Comello potesse legarsi sentimentalmente a una ragazza della famiglia del boss. Da qui la volontà del giovane, residente in New Jersey, di vendicarsi pianificando l’assassinio. Un piano che però, una volta portato a compimento, ha lasciato delle falle consistenti che hanno permesso agli agenti di risalire al nome dell’assassino. Comello, per attirare la vittima al di fuori della sua abitazione a Todt Hill a Staten Island, ha appositamente tamponato col proprio pick-up il suv di Calì, il quale, sentito il forte trambusto, è uscito fuori a controllare finendo tra i 12 colpi di pistola del giovane che è poi risalito di corsa sulla propria vettura fuggendo a tutta velocità e lasciandosi incautamente alle spalle la targa del proprio veicolo, che nel frattempo era caduta a terra. Inoltre le impronte del killer sono state rinvenute dagli investigatori anche sul luogo dell’agguato, le stesse impronte che oltretutto comparivano sul modulo di acquisto di un fucile a pompa. Tutto fin troppo strano e semplice. C’è già chi, come il capo dei detective Dermot Shea, si chiede se “l’assassino è stato pagato o se c’è qualcun altro che cospirava per questo delitto”. Certo è che la polizia non chiude le porte a nessuna ipotesi, nemmeno a quella di un depistaggio. La polizia attualmente sta esaminando il nome di Gene Gotti, 73enne, fratello dell’ex boss dei Gambino John Gotti (deceduto nel 2002). L’uomo, dopo aver scontato una pena di 29 anni per traffico di droga, è uscito dal carcere una settimana fa e potrebbe essere stato lui il diretto interessato all’uscita di scena di “Franky boy”, che negli ultimi anni aveva preso le redini della famiglia. O probabilmente avrebbe preteso di spartirsi gli affari con il nuovo boss, che avrebbe invece rifiutato. Numerosi sono i punti interrogativi nella vicenda e altrettanto cospicue sono le ipotesi messe sul tavolo dagli investigatori. Quel che è certo è che, dopo 34 lunghi anni, nella Grande Mela la mafia è tornata ad uccidere. L’ultima volta ad essere ucciso era stato un altro boss di grande rilievo: Paul Castellano. E caso vuole che anche lui fosse membro della famiglia Gambino.

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