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greco roccoAveva ricevuto un'interdittiva antimafia
di AMDuemila
Ai familiari ripeteva spesso che denunciare i boss del pizzo gli era "costato caro". Per assurdo, da quel momento, nei confronti di Rocco Greco, imprenditore di Gela, ha avuto inizio una triste vicenda di denunce e contro denunce, accusato a sua volta di avere rapporti con i boss. Una tesi che è stata smentita in tutti i gradi di giudizio. Sentenza che però non era bastata per impedire alla Prefettura di prevedere l‘interdittiva per la sua azienda nell'ottobre scorso. Il ministero dell'Interno gli ha infatti negato l’iscrizione nella white list per i lavori di ricostruzione dopo il terremoto in centro Italia. Questo provvedimento gli ha fatto perdere tutti gli appalti. Greco aveva provato a ribadire le sue ragioni con una serie di ricorsi. Ma il Tar di Palermo non gli concesso la sospensiva dell'interdittiva (anche il Tar Lazio aveva dato disco verde al Viminale). 
Poi, ieri, l'estrema decisione di togliersi la vita, con un colpo di pistola, all'interno della sua azienda, la Cosiam, che aveva anche un ramo specializzato nella rimozione e nello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Immediati sono scattati i soccorsi ma, dopo la corsa in ospedale, è deceduto. Questa amara storia è stata raccontata oggi dal giornalista Salvo Palazzolo, sul quotidiano La Repubblica.  
Greco era molto conosciuto a Gela. Nel 2008, era anche stato protagonista di una clamorosa protesta barricandosi, assieme ad altri imprenditori di settore, sul tetto dell'edificio che ospitava l'Ato Cl2, per protestare contro una gara d’appalto della nettezza urbana assegnata ad altri e ritenuta irregolare. E risale a quel periodo la sua denuncia che aveva portato all’arresto di 11 persone, poi giudicate colpevoli del racket delle estorsioni, che lo stavano taglieggiando (condannati ad un totale di 134 anni, confermati in Cassazione). Quella sua scelta fu anche ispirazione per altri sette imprenditori che lo seguirono nelle denunce. Non solo. Greco aveva fatto parte del direttivo dell’associazione antiracket e antiusura di Gela “Gaetano Giordano”.
“Mio padre era finito dentro una storia paradossale - ha raccontato il figlio, Francesco, a Palazzolo - I mafiosi che aveva fatto condannare lo avevano denunciato. Ma, poi, ovviamente, era arrivata l’assoluzione. Il giudice aveva ribadito che Rocco Greco era stato vittima della mafia, non socio in affari dei boss". Così si arriva all'ultima interdittiva antimafia all’azienda di famiglia per cui sono saltate tutte le commesse e si è arrivato anche al licenziamento di 50 operai. Poi la decisione drammatica che ha colto di sorpresa l'intera famiglia. Proprio martedì c'era stata l'ultima cena. "Papà era euforico - ha aggiunto Francesco - Mi sembrò strano. Diceva: che bella serata stiamo trascorrendo. Non capivo". Il giorno dopo ha compiuto il gesto estremo con uno Stato silente che dovrebbe farsi un esame di coscienza.

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