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di Davide de Bari - Video
Il Presidente della Commissione antimafia commenta l’inchiesta sui magistrati calabresi e le relazioni ‘Ndrangheta-massoneria

“Si sta profilando uno scontro enorme. Dobbiamo cercare di capire che vettori di forza abbiano. Quando la giustizia non fa il suo dovere, come i fatti dicono che ci sono almeno 15 magistrati calabresi indagati quindi c’è l’ipotesi secondo cui questi magistrati non stiano facendo il loro dovere. Se così dovesse essere la comunità tutta ha un problema”. Sono queste le parole del presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra, che in una diretta Facebook ha commentato la notizia di ieri riguardo l’inchiesta della Procura di Salerno in cui sono indagati 15 magistrati calabresi. Non solo. Morra ha anche parlato delle dichiarazioni rese dall’ex Gran Maestro del GOI (Grande Oriente d'Italia), Giuliano Di Bernardo, al processo ‘Ndrangheta stragista che si sta celebrando a Reggio Calabria in cui sono imputati i boss Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone.
“L’allarme che oggi deve accompagnare tutte le riflessioni deve riguardare le organizzazioni mafiose in particolare della ‘Ndrangheta - ha detto Morra - La preoccupazione nasce da questo articolo (pubblicato ieri su "Il Fatto Quotidiano" e da noi anticipato la scorsa settimana, ndr) dove viene esplicitato nella sua straordinaria virulenza e tossicità per i contenuti che offre”. Riprendendo le dichiarazioni dell’ex Gran Maestro, Morra ha rimarcato che “la ’Ndrangheta attraverso le sue locali ha gettato il seme facendo crescere una rigorosissima pianta anche nel Centro Nord attraverso le logge massoniche”. Il presidente della Commissione antimafia ha parlato anche del momento in cui Di Bernardo venne a conoscenza di un fenomeno di infiltrazione della mafia nei vertici meridionali del Grande Oriente d’Italia e, prima di andare via sbattendo la porta, indagò a fondo raccogliendo diversi documenti. E proprio su questo fu anche sentito dal magistrato Agostino Cordova che in quel momento stava indagando sui legami tra ‘Ndrangheta e massoneria. Non solo. Ha raccontato anche del colloquio che ci fu tra lui e il suo vice, Ettore Loizzo, quando non provò ad evitare i contratti con la ‘Ndrangheta.
Inoltre, Morra ha ricordato come in Calabria “28 logge su 30 erano controllate dalla ’Ndrangheta”. Il presidente, citando quanto dichiarato dall’ex Gran Maestro, ha parlato della differenza sostanziale che c’è tra ciò che dovrebbe essere la massoneria e ciò che era realmente in Calabria. “La cultura massonica in Calabria è diventata ben altro - ha ricordato - Anche in Sicilia la massoneria era presente, ma quella calabrese era più potente in quanto aveva una visione unitaria”. Riguardo “l’unitarietà”, Morra ha ripreso un famoso concetto di Giovanni Falcone: “Falcone disse che quando dobbiamo contrapporci alle mafie dobbiamo sempre ipotizzare che a guidare le azioni delle stessi non sono soggetti soltanto sanguinari e violenti, ma che sono soggetti dotati di ‘menti raffinatissime’ capaci di visione unitaria”.
Morra ha raccontato dei rapporti tra Cosa nostra e la ’Ndrangheta: “Qualcuno ricorderà come i fratelli Graviano, prima di organizzare alcune stragi, dalla Sicilia si recarono a Reggio Calabria dove si rapportarono ai De Stefano e comunicarono che si doveva mettere in essere qualcosa di eclatante. Questo dimostra come la mafia siciliana aveva la necessità di rapportarsi alla ‘Ndrangheta calabrese”.
Il pentastellato ha parlato anche delle stragi del ’92 e su chi si potrebbe celare dietro: “Chi ha voluto quegli attenti ha usato la logica terrorista per generare panico: più siamo sanguinari e più forte sarà il nostro messaggio che potrebbe essere funzionale alla trattativa. Il forse possiamo anche toglierlo visto che qualche sentenza (sentenza sulla Trattativa Stato-Mafia del 20 aprile 2018, ndr) ha chiarito ancor più il quadro”. E poi ha aggiunto: “Tutto questo grazie ad alcuni magistrati. Per esempio il Dott. Nino Di Matteo, ma non soltanto lui. Bisogna ringraziare questi esempi fluidi della magistratura”.
Tornando alla ’Ndrangheta e alla sua pericolosità odierna, Morra ha detto: “Secondo gli esperti la ‘Ndrangheta fattura annualmente poco più di 50 miliardi di euro cioè ben più dell’importo complessivo della manovra del popolo”. E poi ha concluso: “La ‘Ndrangheta è una delle tante emergenze, ma adesso sta diventando l’emergenza decisiva da combattere con particolare attenzione. Questi signori sono come l’erba cattiva che cresce dappertutto e allora vi chiedo con pazienza e determinazione di assumere su di voi la responsabilità di cittadini che si sentono in dovere di onorare la Costituzione repubblicana”.

Dossier Processo 'Ndrangheta stragista

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