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marina militare navi c imagoeconomicadi AMDuemila
L'ira dei parenti delle vittime: "Vergogna! Li hanno uccisi due volte"

"Vergogna, 1100 morti, oggi li uccidete un'altra volta!". L'urlo dei parenti dei marinai deceduti a causa delle malattie contratte per l'amianto sulle navi della Marina si è sentito forte ieri, nel Tribunale di Padova, alla lettura della sentenza che ha mandato assolti "perché il fatto non sussiste" 8 ammiragli (in origine erano 40, ma molti nel frattempo sono deceduti) che erano imputati per omicidio colposo e lesioni nel processo bis per i militari morti a causa dei tumori provocati dalle presenza di amianto nelle navi. Numerosi sono anche i superstiti che ora stanno affrontando difficili chemioterapie. Il giudice monocratico Chiara Bitozzi è andata oltre alla richiesta di assoluzione avanzata dal pm Sergio Dini, "perché il fatto non costituisce reato". Secondo la pubblica accusa, i vertici della Marina non avevano autonomia di spesa del budget assegnato e non potevano stanziare fondi per l'eliminazione del pericolo amianto nelle navi. Così è arrivata l'assoluzione con la formula piena.
Le ragioni di questa decisione si conosceranno tra 90 giorni, al deposito della motivazione della sentenza. Intanto, però, scoppia l'ira dei parenti delle vittime.

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"Ho poche parole da dire, la sintesi di questo processo - ha affermato l'avvocato delle associazioni delle vittime Giovanni Chiello - l'hanno formulata oggi in aula gli ex militari e i familiari di deceduti a causa dell'amianto". Incredulità è stata espressa anche dall'Osservatorio nazionale Amianto: "Non può calare il sipario sulla responsabilità della morte di centinaia di vittime" ha detto il presidente Ezio Bonanni, annunciando che la sua organizzazione farà ricorso contro la sentenza del Tribunale di Padova. "Una decisione - ha aggiunto - in netto contrasto con la recente giurisprudenza della Corte di Cassazione". Questo infatti è il secondo processo per l'amianto sulle navi. Anche il primo si era chiuso sempre a Padova con l'assoluzione degli ex vertici della Marina, sentenza confermata in appello. Ma la Cassazione, il 6 novembre 2018, aveva annullato l'assoluzione e disposto un nuovo processo d'appello. E la giustizia civile, ricorda ancora l'Osservatorio, si sta comportando in modo opposto. Il 10 gennaio scorso la Sezione Lavoro del Tribunale civile di Roma ha emesso una sentenza di condanna a carico del Ministero della Difesa perché indennizzi i danni subiti dalla vedova e dall'orfana di un militare deceduto per l'esposizione all'amianto sulle navi militari.

Foto di copertina © Imagoeconomica

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