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mannino calogero 2018 c imagoeconomicadi AMDuemila
La Corte deciderà il prossimo 13 dicembre

Sembrava ormai avviato verso la conclusione il processo d'appello in abbreviato contro l'ex ministro Dc, Calogero Mannino (in foto), imputato di minaccia a Corpo politico dello stato, ma la Procura generale ha chiesto un confronto tra due collaboratori di peso, Giovanni Brusca e Gioacchino La Barbera.
Entrambi hanno parlato di un attentato nei confronti dell'ex politico ma fornendo indicazioni diverse sui tempi del progetto di morte.
"Subito dopo la strage di Capaci fui incaricato di uccidere l'onorevole Mannino. Mi adoperai per studiare le abitudini. Poi Riina, tramite Biondino mi bloccò. In sostanza mi disse che ci avrebbe pensato lui" aveva dichiarato Brusca lo scorso 30 maggio. E proprio La Barbera sarebbe stato incaricato da Salvatore Biondino di compiere quel delitto.
Secondo l'accusa, Mannino, assolto in primo grado dal gup di Palermo Marina Petruzzella, a novembre 2015, per non aver commesso il fatto, all’indomani dell’omicidio del democristiano Salvo Lima sarebbe stato lui a dare il primo input al dialogo che, tramite i carabinieri del Ros, ha visto protagonisti pezzi delle istituzioni e mafiosi. Mannino, sempre secondo l’accusa, si sarebbe prodigato per garantire un'attenuazione della normativa del carcere duro. L'ex ministro democristiano si è sempre difeso negando ogni coinvolgimento nelle vicende che gli sono state contestate, anche se sullo sfondo restano degli enormi punti interrogativi su certe condotte tenute. Nel processo che si è tenuto con il rito ordinario sono stati condannati ex ufficiali dei carabinieri, politici come Marcello Dell'Utri, Massimo Ciancimino e boss come Leoluca Bagarella. All'udienza di oggi l'accusa ha anche chiesto l'acquisizione di sentenze e atti di procedimenti su "aggiustamenti" di processi riconducibili alla tesi di una "trattativa" complessiva.
La difesa dell'ex esponente della Dc ha contestato le richieste del pg che comporterebbero, secondo l'avvocato Grazia Volo, un ampliamento ingiustificato del tema del processo. La corte, presieduta da Adriana Piras, scioglierà la riserva sul confronto e l'ammissione di nuovi documenti nell'udienza del 13 dicembre. La discussione dovrebbe cominciare invece il 14 gennaio 2019. Molto contrariato Calogero Mannino. "Ho scelto l'abbreviato - ha detto - per accelerare i tempi del giudizio. E ho reso dichiarazioni spontanee nella fase preliminare per lealtà processuale. Sono molto deluso".

Foto © Imagoeconomica

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