di AMDuemila
Dopo una lunga giornata di accertamenti sembra essere cambiato lo scenario dell'aggressione subita ieri mattina da Giovanni Caruso, titolare del disco pub Rivendell al Borgo Vecchio a Palermo. Inizialmente la Procura e i carabinieri stavano seguendo la pista del pestaggio mafioso. Del resto il commerciante aveva denunciato le richieste di pizzo subite e qualche giorno fa il processo si è concluso con la condanna di 13 mafiosi del Borgo Vecchio a mezzo secolo di carcere, e lo stesso Caruso si era costituito parte civile in tribunale. E non erano mancate le pressioni per ritirare le denunce fatte contro il racket subito. Gli elementi acquisiti, sin dal primo momento, avevano escluso il movente della rapina, in quanto gli aggressori non hanno sottratto alla vittima l'ingente somma di denaro che aveva addosso, frutto dell'incasso della propria attività. Adesso però, grazie ad alcuni filmati acquisiti dalla Procura, sembrerebbe che la mafia questa volta non c’entra. L’imprenditore stava rientrando a casa alle 4.30 del mattino quando, come si evince dal filmato, ha sentito una donna in lacrime che urlava. Avvicinatosi per aiutarla, è stato aggredito violentemente da un uomo dall’accento campano. E’ stato lui a picchiare a sangue Caruso che ha riportato fratture al naso, alla mano e allo zigomo. Ora si cerca di chiarire l’identità dell’aggressore e della donna che cercava di fermarlo urlando. Entrambi si sono dileguati dopo l’accaduto. Sarebbe stata dunque una lite la causa dell'aggressione? Nel corso della mattinata vi saranno ulteriori accertamenti. Ad coordinare le indagini è la Dda di Palermo con il procuratore aggiunto Salvatore De Luca e il sostituto procuratore Amelia Luise.
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