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cucchi porta a porta c imagoeconomicadi Davide de Bari
Ancora minacce e insulti ad Ilaria Cucchi e la sua famiglia
Proseguono le indagini sul caso Cucchi da parte della procura di Roma. Gli inquirenti stanno risalendo la gerarchia di comando per ricercare i carabinieri che avrebbero depistato le indagini del 2015 e che poi hanno portato al processo bis dove sono imputati i tre carabinieri (Alessio di Bernardo, Raffaele D'Alessandro e Francesco Tedesco accusati di omicidio preterintenzionale). Ieri il procuratore capo Giuseppe Pignatone e il sostituto Giovanni Musarò hanno interrogato il capitano Tiziano Testarmata, l’ufficiale indagato in un nuovo filone d’inchiesta per favoreggiamento. Testarmata sarebbe coinvolto sulla presunta sparizione, durante l’indagine del 2015, delle mail intercorse tra la stazione dei carabinieri di Tor Sapienza e il colonnello Francesco Cavallo circa dei verbali sullo stato di salute di Cucchi. Riguardo questo, l’appuntato Francesco Di Sano, davanti alla Corte d’Assise-d’Appello ha ammesso che alcuni verbali redatti nella stazione di Tor Sapienza (dove Cucchi passò una notte dopo l’arresto) erano stati modificati. E per questo ha tirato in ballo i suoi superiori dell’epoca. Di conseguenza è stata aperta una nuova indagine, dove il comandante della stazione di Tor Sapienza Massimiliano Colombo Labriola ha puntato il dito contro gli uomini dell’Arma che avrebbero depistato le indagini.
Dalle indagini risulterebbe che il colonnello Francesco Cavallo (indagato per falso) avrebbe suggerito a Colombo, tramite una mail, le modifiche da apporre all’annotazione di servizio scritta da Di Sano sullo stato di salute di Cucchi una volta portato a Tor Sapienza. “Soligo mi disse che non andavano bene (Le annotazioni, ndr) - ha spiegato Colombo ai pm il 18 settembre - perché erano troppo particolareggiate e in esse venivano espresse valutazioni medico legali che non competevano ai Carabinieri”. Le annotazioni dei due militari di Tor Sapienza vengono poi inviate la mattina del 27 ottobre 2009 al tenente colonnello Cavallo. Secondo il comandante, dopo poco tempo Cavallo ha rinviato i due file modificati con un testo: “Meglio così”. Il comandante di Tor Sapienza ha anche raccontato che quelle mail dovevano essere nelle mani dei pm già nel 2015, quando gli stessi avevano delegato al Nucleo investigativo dei carabinieri ad acquisire gli atti della stazione, riaprendo così le indagini sulla morte di Cucchi. Ma questo non avvenne. Nel “novembre 2015 si presentarono i carabinieri del Nucleo investigativo. - ha raccontato il comandante - Mi resi conto di aver fornito le due annotazioni in entrambe le versioni (originale e modificata) (…) In questa occasione mostrai la mail di Cavallo (…) Il Capitano del Nucleo investigativo quando vide la mail uscì per parlare al telefono, poi rientrò, presero tutto ma non la mail”.
In un atto si parlerebbe di un accertamento a Tor Sapienza “a cura del capitano Tiziano Testarmata - comandante della 4ª sezione del nucleo investigativo”. Dunque il carabiniere avrebbe potuto vedere la mail inviata da Cavallo? Ieri è stato interrogato per chiarire questa circostanza. Sul suo verbale c’è la massima riservatezza. Il capitano avrebbe risposto a tutte le domande, dichiarandosi completamente estraneo alla vicenda.

Altre minacce alla famiglia Cucchi
Negli ultimi giorni numerosi insulti e minacce sono continuate ad arrivare a Ilaria Cucchi e alla sua famiglia. “Le minacce ed insulti hanno più o meno la medesima targa politica. Spesso appaiono provenire da profili di poliziotti o carabinieri" ha scritto Ilaria su Facebook. Durante un’intervista a “Che Tempo che Fa” di Fabio Fazio su Rai 1, accompagnata dall’Avvocato Fabio Anselmo, Ilaria ha raccontato delle numerose minacce e insulti ricevuti: "Mi rivolgo a chi continua a insultarmi e minacciarmi e a chi vuole far passare il concetto che io e l'avvocato Anselmo siamo il partito anti-polizia. Noi abbiamo fiducia nelle Istituzioni e stasera voglio esprimere il mio ringraziamento alla squadra mobile di Roma per le indagini svolte sul caso di mio fratello e agli agenti del Commissariato di Porta Maggiore dove ormai mi reco ogni giorno per presentare denunce contro queste continue minacce". E poi ha puntualizzato: "È un meccanismo stranissimo: abbiamo sempre ricevuto insulti diretti a Stefano. Oggi che nelle aule di giustizia la verità è entrata forte e chiara, gli insulti sono alla sua famiglia, a me".
Qualche ora fa sempre su Facebook ha annunciato: “La campagna di odio e fango contro la mia famiglia continua. Domani andrò ancora al commissariato con altre 15 denunce”. E poi ha concluso: “Intanto però già da domani la campagna di odio ben orchestrata contro di noi proseguirà. Oramai intercettazioni, confessioni, mail, documenti falsi e tante altre prove hanno fatto capire quel che è successo a Stefano Cucchi ma l’obiettivo di questa gente è quello di distruggerci per dimostrare a tutti quale debba essere il prezzo per avere Giustizia per coloro che hanno subito soprusi gravissimi da appartenenti alle Istituzioni. Mi aspetto altro fango, falsi dossier, false ricostruzioni e tante altre umiliazioni per i miei genitori. La tecnica usata è grossolanamente evidente ma non so se mio padre e mia madre saranno in grado di attendere i tempi della Giustizia nel silenzio delle Istituzioni. La verità è oramai chiara ma ora lo scopo è annientare la famiglia Cucchi dopo aver tentato di farlo con Stefano”.

Foto © Imagoeconomica

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