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marinova viktoria c ansaTrovate tracce di sangue nei suoi abiti
di Davide de Bari
E’ stato arrestato nella notte Severin Krasimirov, 21 anni, cittadino bulgaro di etnia rom, considerato il sicario che ha ucciso la giornalista bulgara Viktoria Marinova, 30 anni, assassinata sabato scorso in un parco della città di Ruse, dopo essere stata stuprata, picchiata e poi strangolata. Un omicidio “particolarmente brutale” lo hanno descritto gli investigatori.
"Un uomo è stato fermato ieri sera dalla polizia tedesca su nostra richiesta", ha annunciato il ministro dell'Interno bulgaro, Mladen Marinov, in una conferenza stampa a Sofia. Dalle prime indiscrezioni il Dna dell’accusato coincide "al 100% con quello trovato sul corpo della vittima”. Karasimirov, nato nel 1997, era già ricercato per omicidio e stupro e veniva dalla Russia. L'uomo è residente in un quartiere di Ruse, la città dove viveva la reporter, è stato fermato a 60 chilometri da Amburgo, in Germania. Secondo gli investigatori, stava cercando di raggiungere la famiglia per trovare rifugio. Il sospettato, ora in custodia delle autorità tedesche, sarà presto estradato in Bulgaria. Mentre l’ucraino con passaporto romeno arrestato ieri in Bulgaria, perché sospettato del coinvolgimento nell’uccisione della giornalista bulgara, è stato rilasciato. A darne notizia è stata la tv pubblica bulgara BNT, visto che l’alibi del sospettato è stato confermato e le tracce di Dna non corrispondono a quelle trovate sul luogo del delitto nel parco dove è avvenuto l’efferato delitto.
In una nota stampa, il procuratore generale Sotir Tsatsarov ha dichiarato che "in questa fase, non consideriamo che l'omicidio sia legato all'attività professionale della vittima”. Gli inquirenti bulgari, inizialmente, hanno pensato che l’omicidio fosse legato all’attività professionale della donna, conduttrice di un programma chiamato “Detector” sul canale Tvn Ruse che si occupava di temi sociali. Proprio nella puntata dello scorso 30 settembre, infatti, aveva ospitato due giornalisti investigativi, il bulgaro Dimitar Stoyanov e il romeno Attila Biro, che stanno indagando sull'uso improprio di fondi europei e su un giro di corruzione nei paesi dell'Europa orientale. Una puntata che aveva fatto tanto scalpore. Per questo si era subito pensato che l’omicidio della giornalista fosse legato alla scomoda vicenda dei fondi Ue, un'inchiesta di cui si era occupato anche il giornalista sloveno, Jan Kuciak, assassinato lo scorso 26 febbraio per aver indagato nello stesso ambito. Secondo le autorità, però, l'assassino potrebbe aver scelto la sua vittima a caso.
L’ambasciata americana a Sofia, in una nota, si è detta disponibile a contribuire alle indagini sulla morte della giornalista. "L'ambasciata degli Stati Uniti a Sofia esprime shock e indignazione per l'omicidio della giornalista Viktoria Marinova. - si legge nella nota - Chiediamo un'indagine approfondita che si traduca in risultati nel trovare il responsabile. Siamo pronti a offrire assistenza alle autorità se necessario, per contribuire ad assicurare alla giustizia il responsabile o i responsabili".

Inchiesta sui fondi UE

Intanto la procura di Sofia ha avviato una inchiesta su presunti abusi nell'utilizzo di fondi dell'Unione europea, e ha bloccato un trasferimento bancario di circa 14 milioni di euro in base alla Legge per le misure contro il riciclaggio di denaro. Lo ha annunciato il procuratore generale della repubblica Sotir Tsatsarov precisando che si tratta di un'operazione bancaria da parte della compagnia edilizia bulgara 'Gp Group'. A far scattare l’inchiesta sono stati il vicepremier Tomislav Doncev e il sito internet “Bivol”, a cui apparteneva il giornalista Dimitar Stoyanov, intervistato da Marinova. Anche Marinova, secondo le indiscrezioni, stava indagando su questo scandalo.

Appello dei parenti e raduno studenti di giornalismo
"Ci appelliamo a non intraprendere azioni estreme! Dichiariamo di essere categoricamente contrari al blocco del ponte Dunav Most sul Danubio nei pressi di Russe (che collega la Bulgaria alla Romania), previsto per stasera, organizzato per protesta dai social network. Viktoria sicuramente non avrebbe approvato una simile iniziativa" hanno affermato, ieri, i parenti e i colleghi della giornalista morta, che hanno espresso parere sfavorevole all’iniziativa di bloccare il ponte Dunav Most.
Oltre a questo, numerosissimi studenti in giornalismo e relazioni pubbliche dell'Università Santi Cirillo e Metodio a Veliko Tarnovo, Bulgaria centrale, si sono radunati oggi a metà giornata davanti all'edificio dell'ateneo in memoria della giornalista e conduttrice televisiva Viktoria Marinova. "Non vogliamo punizione e castigo, basta arginare i crimini ed essere liberi di esprimerci senza avere paura" hanno detto gli studenti, tenendo in mano candele e un cartellone con scritto: "I problemi vanno risolti con le parole, non con il sangue”. Per gli studenti la sicurezza e la libertà di stampa devono essere dei diritti inalienabili e quindi garantiti: “Anche se l'omicidio di Viktoria risultasse non legato al suo lavoro di giornalista, rimane il fatto che la libertà di parola è una delle cose più importanti per il progresso di un paese”.

Foto © Ansa

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