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di AMDuemila
Era il 20 aprile scorso quando la Corte d'Assise di Palermo, al termine del processo sulla Trattativa Stato-mafia, aveva pronunciato la condanna a 8 anni nei confronti dell'ex ufficiale del Ros dei carabinieri Giuseppe De Donno. A questa, si aggiunge quella pronunciata dai giudici della X sezione penale del Tribunale di Milano, presieduta da Maria Rosa Busacca, che gli ha inflitto la pena di un anno e sei mesi per turbativa d'asta. Il colonnello era imputato nel processo Ilspa, che ha visto imputate 26 persone e due società con al centro una serie di presunti appalti pilotati, tra cui alcuni di assistenza legale e tecnica-amministrativa dell'Expo.
Oltre all'ufficiale, la corte ha condannato l'ex direttore generale di “Infrastrutture Lombarde Spa”, Antonio Rognoni, a tre anni di reclusione. Due anni, invece per l'ex capo ufficio gare di “Infrastrutture Lombarde”, Pierpaolo Perez. Condannati anche Fabrizio Magrì (un anno e sei mesi), Carmen Leo (un anno e otto mesi). I giudici di primo grado hanno disposto l'assoluzione per altri 15 imputati insieme alle società coinvolte. Tra gli assolti Erika Daccò, figlia dell'uomo d'affari Pierangelo, e l'ingegnere Salvatore Primerano.
I pm Paola Pirotta e Cristiana Roveda avevano chiesto di condannare l'ex ufficiale del Ros a 2 anni e 4 mesi, Rognoni a 7 anni e 5 mesi, Perez a 5 anni e 6 mesi e Erika Daccò a 1 anni e 8 mesi. 

Secondo i magistrati esisteva una sorta di “struttura illegale” in cui enti pubblici lavoravano al servizio esclusivo del direttore generale di “Infrastrutture Lombarde”. Inoltre, Rognoni era anche tra i papabili per diventare sub-commissario di Expo2015.
L'inchiesta della procura di Milano aveva fatto emergere le “manovre occulte”che si addentravano all'interno di appalti e lavori dell'esposizione universale, che ammontavano a oltre 11 miliardi di euro.

Foto © Imagoeconomica

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