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raimondi bennardo qu 610L'artigiano costretto a vendere gli ultimi pezzi per chiudere l'attività
di AMDuemila
“È vergognoso che un artigiano costretto a chiudere per problemi economici non riesca a farlo perché non ha i soldi. Non si può morire di burocrazia”. Lo sfogo è di Bennardo Mario Raimondi, artigiano ceramista che ha perso il suo negozio e la sua attività a causa degli strozzini. L’artigiano, dopo aver denunciato i suoi usurai, ha cercato di rialzarsi continuando a creare le sue opere ma si è trovato ben presto isolato a causa anche della sua denuncia. In seguito alla quale ha dovuto abbandonare il suo laboratorio a causa di attentati intimidatori e minacce e creare, in uno scantinato, un piccolo laboratorio arrangiato in cui riesce a produrre poco e nulla anche a causa del suo stato di salute. Bennardo ha esposto le sue ceramiche nelle scuole, dove ha portato la testimonianza di vittima di usura ed ha partecipato a feste dell’artigianato un po’ in tutta Italia. Ora però non riesce più a sostenere le spese che comporta l’iscrizione alla Camera di Commercio: “Dopo 42 anni di attività non c'è la faccio più - spiega l’artigiano - ho deciso di chiudere anche se non vorrei”. Per questo Bennardo si è rivolto alla Camera di Commercio di Palermo: “Ho chiesto ai responsabili se potevano cancellarmi ed inizialmente sembrava si potesse fare, invece poi hanno verificato che il sistema telematico non può cancellarmi se non pago” racconta il ceramista. Per risolvere questa situazione assurda “i responsabili della Camera di Commercio, che mi comprendono ma si sentono con le mani legate, hanno proposto di comprare un mio presepe così posso chiudere l’attività! Sembra una barzelletta che la Camera di Commercio acquisti i prodotti di un artigiano per farlo chiudere”.raimondi bennardo dettaglio Eppure in questo Paese, troppo spesso all’incontrario, succede anche che la burocrazia rovesci il senso delle cose. “Vendere uno degli ultimi presepi per chiudere l’attività è come vedere morire la mia arte - ha spiegato l’artigiano - come posso ripartire?”. Sì perché, al di là di tutto, il desiderio del ceramista resta ancora quello di poter ricominciare a creare e vendere, nelle fiere di tutta Italia, i suoi manufatti ed aprire un laboratorio che gli permetta di farlo. “Vorrei che la regione si prendesse a carico la mia situazione almeno in parte così che possa chiudere l’attività ma continuare a fare fiere e mercatini dell’artigianato” ha detto Bennardo che al momento riesce ad esporre qualcosina solo fuori dalle Chiese e nemmeno in tutte. “Molti parroci, per paura o indifferenza, mi hanno chiuso la porta in faccia, - ha concluso infatti l’artigiano - speriamo mi risponda qualche scuola a cui ho proposto i miei laboratori gratuiti anche perché dopo tutti questi anni di porte in faccia e promesse mancate comincio a non avere più la forza, sono esausto”.

La pagina: facebook.com/bennardo.raimondi

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