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2di Francesco Ferrigno
Regina, Mark1, 500, Regina, Marble, Jin Ling, Em@il, Gold Mount. Parliamo di “marche” di sigarette, sconosciute ai più, che negli ultimi anni hanno invaso Napoli e provincia. Il contrabbando è tornato, è ormai un dato di fatto, e sul business milionario che si sta muovendo ci sarebbero anche le mani della criminalità organizzata.
A contrastare i contrabbandieri ci sono i militari della guardia di finanza che da mesi sono sulle tracce di depositi, uomini e mezzi utilizzati per il trasporto delle cosiddette “cheap white”. Ovvero sigarette prodotte legalmente in alcuni paesi dell’Est e del Medio Oriente non ammesse alla vendita in Europa perché considerate non rispondenti agli standard di sicurezza comunitari.
Dall’inizio del 2017 le fiamme gialle hanno sequestrato oltre 10 tonnellate di “bionde”.

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“Nel quadro dell’intensificazione delle attività di prevenzione generale e di controllo economico del territorio, - hanno fatto sapere dalla guardia di finanza - con particolare attenzione alla recrudescenza del contrabbando di tabacchi lavorati esteri (tle), il comando provinciale di Napoli ha disposto una capillare intensificazione dei servizi di contrasto attuati sull’intero territorio provinciale”.
Gli inquirenti hanno individuato i flussi di approvvigionamento dall’Est Europa (Bielorussia, Polonia, Ucraina, ecc.), scoperto vari depositi, controllato i movimenti e accertato le modalità operative poste in essere dai contrabbandieri. Lo scorso anno si è scoperto che i malviventi avevano delocalizzato il contrabbando in un deposito ubicato nella zona industriale di Sala Bolognese, una sorta di magazzino di stoccaggio dove far confluire grandi quantità di tabacchi.

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I contrabbandieri poi, al fine di ridurre al minimo le eventuali perdite legate ai possibili sequestri effettuati dalle forze di polizia, hanno cominciato a smerciare le sigarette di contrabbando nei diversi Comuni della provincia frazionandoli in numerosi carichi di piccole dimensioni.
Insomma, un ulteriore passaggio “di sicurezza” prima della vendita al dettaglio. Quanto costano le cheap white? Un pacchetto può costare dalle mani dei venditori anche 2 o 3 euro. Un grande risparmio per i fumatori a fronte dei circa 5 euro da spendere dal tabaccaio, ma grandissimi rischi per la salute. Ovviamente, il fumo fa male già di per sé, ma oltre a questo le cheap white potrebbero contenere sostanze ancor più pericolose. Alle cheap white si aggiungono poi le sigarette contraffatte, di fabbricazione perlopiù cinese.
Fino a questo momento i finanzieri hanno arrestato nel 2017 già 35 responsabili, e ulteriori 14 sono stati denunciati all’autorità giudiziaria.

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