Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di AMDuemila - Video e Foto
Ancora una volta è stata danneggiata la statua di Giovanni Falcone, che si trova davanti alla scuola dedicata al magistrato ucciso a Capaci il 23 maggio ’92. La scuola si trova in via Pensabene, nel quartiere dello Zen, a Palermo. E’ stata aperta un’indagine sulla vicenda, accaduta a poco più di una settimana dall’anniversario della strage di via d’Amelio, dove fu ucciso il giudice Paolo Borsellino insieme a cinque agenti di scorta.



Alla statua è stata staccata la testa e un pezzo del busto, poi usati come ariete contro il muro dell'istituto scolastico.
Non è la prima volta che viene danneggiata: "Per la terza volta il busto di Giovanni Falcone, donato dalla nostra associazione, viene vandalizzato. Noi comunque non molleremo e lo faremo nuovamente restaurare” ha dichiarato Wanda Fabbri, presidente dell'Istituto superiore per la difesa delle tradizioni, che ha donato la statua alla scuola Falcone dello Zen a Palermo. Già una decina di anni fa il busto era stato danneggiato, come anche di nuovo nei mesi scorsi. "Lo abbiamo fatto restaurare - ha spiegato Fabbri - proprio in vista della cerimonia per la commemorazione della strage di Capaci, il 23 maggio”.


Daniela Lo Verde, preside dell'Istituto comprensivo Giovanni Falcone, ha espresso la propria "amarezza per tutto quello che è successo. Appena sono arrivata, lo sconforto e il dolore sono stati grandi. Perché atti di vandalismo ce ne possono essere tanti ma questo va al di là. Perché è stato colpito il simbolo, l'ideale in cui si incarnano tutti i valori che portiamo avanti e impartiamo a questi ragazzi". Da anni, infatti, dirigenti e insegnanti dell'istituto sono impegnati a diffondere la cultura della legalità tra i ragazzi del quartiere, tra i più degradati della città. "Al di là di tutte le cose visibili noi facciamo un'azione quotidiana di accoglienza, di benessere verso tutti i bambini. Proviamo a fare tutto e di più nonostante tutto non sia sufficiente - ha proseguito - Il personale della scuola si impegna a fare tutto e di più. Non è una ragazzata. Non so fino a che punto possano essere stati ragazzi. Dopo avere rotto il portone e fracassato il vetro se avessero voluto sarebbero potuti entrare. Noi cerchiamo di fare qualsiasi cosa per gli alunni, ma manca la costanza progettuale che ci consenta di rimanere aperti anche di pomeriggio, quando sarebbe necessario anche questo".



"Il danneggiamento e il vilipendio della statua dedicata a Giovanni Falcone sono atti gravissimi, ancor più grave perché rivolti anche a danneggiare una scuola che svolge da anni una importante opera di sensibilizzazione e formazione sociale” ha affermato il sindaco Leoluca Orlando. Duro pure il commento del presidente del Senato Pietro Grasso: "Di notte, contro la statua di Giovanni, dentro una scuola. È difficile immaginare qualcosa di più vile e squallido. - ha ribadito - Quando si prende di mira una scuola si vuole aggredire il futuro”. Anche Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso, ha espresso la propria vicinanza "agli studenti e ai cittadini del quartiere che credono e si battono nel nome di Giovanni Falcone.
ciotti c ansa
"Hanno tagliato la testa ma l'anima resta intatta, invulnerabile. Il danneggiamento, lo staccare la testa della statua di Falcone è un gesto vile quanto vano. Un gesto stupido e provocatorio di cui bisogna tener conto ma che ci spinge ancora di più ad andare avanti e impegnarci di più". Sono le parole di don Luigi Ciotti secondo cui "quell'atto vandalico è paradossalmente un segno di debolezza. Dimostra la forza di quella memoria divenuta impegno. Quell'atto violento mette a nudo non la statua di Giovanni, ma la paura di chi sente che il suo impegno per la giustizia e la verità è ancora tra noi, nei tanti disposti a continuarlo". Secondo il sacerdote "quell'atto non deve farci dimenticare le cose belle e positive, i tanti percorsi importanti realizzati in quel quartiere e che sono la speranza che fa da argine alla disperazione e alla negatività. E compito di tutti illuminare questa bellezza". "Ma il gesto di oggi - ha continuato - ci ricorda anche il clima di attacco e di intimidazione di queste ultime settimane verso luoghi simboli come i terreni confiscati in Calabria, in Sicilia e in Campania che ci richiamano a sentire sempre prepotente dentro di noi il morso del più, del dare di più". "Quel morso del più che chiediamo anche alla politica - ha concluso don Ciotti - per velocizzare l'attuazione di questi strumenti legislativi necessari nella lotta alle mafie e alla corruzione per colmare quei ritardi che in questi anni hanno fatto il gioco dei criminali".

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos