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papa francesco8“L’illegalità calpesta la sacra dignità della persona”
di AMDuemila
"La corruzione spezza la coesistenza fra persone e la vocazione a svilupparla sostituendo il bene comune con un interesse particolare che contamina ogni prospettiva generale. E' urgente prenderne consapevolezza e per questo ci vuole educazione e cultura misericordiosa, ci vuole cooperazione da parte di tutti secondo le proprie possibilità, i propri talenti, la propria creatività". Sono queste le parole scritte da Papa Francesco nella prefazione al libro del cardinare Peter Turkson, “Corrosione”, edito da Rizzoli. Un appello a lottare "uniti" contro la corruzione, definita chiaramente come la "peggiore piaga sociale" dei nostri tempi. "Noi, cristiani e non cristiani, siamo fiocchi di neve, ma se ci uniamo possiamo diventare una valanga: un movimento forte e costruttivo.- Prosegue il Pontefice - Dobbiamo lavorare tutti insieme, cristiani, non cristiani, persone di tutte le fedi e non credenti, per combattere questa forma di bestemmia, questo cancro che logora le nostre vite". E infine aggiunge che la Chiesa è chiamata a svolgere un ruolo di prima linea nella ricostruzione “di un nuovo umanesimo forte e costruttivo, un rinascimento, una ri-creazione che possiamo realizzare con audacia profetica” mentre la Chiesa non deve aver paura di “purificare se stessa”. Un pensiero che viene raccolto in Vaticano tanto che nei giorni scorsi, al termine del primo "Dibattito internazionale sulla corruzione", per impulso del dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, è stata sviluppata una relazione conclusiva in cui si studia anche l'ipotesi di scomunica per corruzione e mafia per tutti coloro che si macchiano di tali crimini. “Il gruppo – si legge nella relazione – sta provvedendo all’elaborazione di un testo condiviso che guiderà i lavori successivi e le future iniziative”. Tra le quali, appunto, la questione della “scomunica per corruzione e associazione mafiosa”. L’ufficio per lo sviluppo  ricorda che alla riunione internazionale, che si è tenuta lo scorso 15 giugno ed è stata organizzata in collaborazione con la Pontificia Accademia per le Scienze Sociali, hanno partecipato circa 50 tra magistrati anti-mafia e anti-corruzione, vescovi, personalità di istituzioni vaticane, degli Stati e delle Nazioni Unite, capi di movimenti, vittime, giornalisti, studiosi, intellettuali, e alcuni ambasciatori.

L'anatema del Papa
Non è la prima volta che Papa Francesco parla di mafia e corruzione. Tre anni, nella Messa sulla Piana di Sibari, in Calabria, aveva lanciato un anatema contro la ‘ndrangheta davanti a 250mila persone. Il 22 marzo 2015 a Napoli aveva lanciato l’anatema contro lavoro nero, camorra e tangenti (“spuzzano”). L'obiettivo annunciato dalla Santa Sede è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica, perché come ricorda l'arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l'Ufficio delle Nazioni Unite di Ginevra, "la corruzione è come un tarlo che si infiltra nei processi di sviluppo per i Paesi poveri o nei Paesi ricchi, che rovina le relazioni tra istituzioni e tra persone".
A commentare le nuove indicazioni del Santo Padre sono intervenuti Raffaele Cantone e Don Luigi Ciotti. "E' una grande novità  - ha osservato il primo - La corruzione è sempre sembrata un problema politico, un problema della società civile che interessa un pezzo di mondo. Invece il Papa ha messo in campo anche per la sua esperienza un'idea nuova, consapevole che la corruzione fa male a tutti, fa
male ai cittadini e soprattutto fa male ai poveri". "Denunciare i danni della corruzione e intraprendere una lotta per sradicarla - ha aggiunto don Ciotti - è un impegno evangelico, un impegno della Chiesa: vuol dire alzare la voce quando in molti scelgono un prudente silenzio". Francesco, del resto, invita la Chiesa "ad ascoltare, elevarsi e chinarsi sui dolori e le speranze delle persone secondo misericordia" e
guardando all'interno dell'istituzione sottolinea che "la nostra corruzione è la mondanità spirituale, la tepidezza, l'ipocrisia, il trionfalismo, il far prevalere solo lo spirito del mondo sulle nostre vite, il senso di indifferenza".

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