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La procura di Caltanissetta ha chiesto, tramite il sostituto Cristina Lucchini, il rinvio al giudizio per l'ex presidente della sezione misure e prevenzione di Palermo Silvana Saguto e altri 21 indagati. L’udienza preliminare è fissata per il 22 giugno davanti al gup di Caltanissetta Marcello Testaquatra. Coinvolti anche i famigliari della stessa Saguto: il marito Lorenzo Caramna, il figlio Emanuele, il padre Vittorio Pietro Saguto e l'avvocato Gaetano Cappellano Seminara, assieme a tre magistrati: Fabio Licata, Lorenzo Chiaramonte, Tommaso Virga (ex componente del Csm) e l’ex prefetto della città, Francesca Cannizzo. Secondo l'inchiesta, la cordata di magistrati, avvocati, amministratori giudiziari e investigatori avrebbe gestito in maniera privatistica e con una serie di favoritismi i beni sequestrati a Palermo. Il procuratore di Caltanissetta Amedeo Bertone e il sostituto Cristina Lucchini hanno contestato agli indagati i reati di: associazione per delinquere (attribuita alla Saguto al marito e all'avvocato Cappellano Semminara), corruzione, concussione, truffa aggravata e riciclaggio. Al centro delle indagini che hanno portato anche ad un sequestro di 800 mila euro, è emerso quello che sembrerebbe essere un "Sistema Saguto", in breve l'esistenza di un trait d'union che ruotava attorno all'ex presidente della sezione misure e prevenzione di Palermo la quale ricopriva un ruolo chiave in una sospetta gestione clientelare dei beni confiscati ai boss.

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