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laltrastoria attilio mancaSu “L’Altrastoria” l’approfondimento dopo le recenti novità
di AMDuemila - Video
E’ la mattina del 12 febbraio 2004 quando Attilio Manca, il giovane urologo siciliano di Barcellona Pozzo di Gotto, viene trovato morto nella sua casa di Viterbo. Manca fu ritrovato riverso sul letto di casa sua, con due buchi sul braccio sinistro.
Accanto al corpo furono ritrovate anche due siringhe, entrambe con i tappi salva ago e salva stantuffo inseriti. Per la Procura di Viterbo, che condusse le indagini, la morte sarebbe da attribuire ad un'overdose per "inoculazione volontaria" di eroina, tranquillanti e alcool. Una morte accidentale, quindi, o un possibile suicidio. Secondo la Procura di Viterbo, Manca sarebbe stato un consumatore abituale - seppur non dipendente - di sostanze stupefacenti.
Certo è che i familiari di Attilio, ed i loro legali, non hanno mai creduto alla versione del suicidio. Sin da subito, infatti, appaiono evidenti diverse incongruenze investigative che mettono in discussione una tale ricostruzione dei fatti. Incongruenze che di fatto fanno rientrare a pieno titolo il caso Manca tra i tanti misteri italiani. A questi si aggiungono anche le recenti dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che aprono nuovi scenari. Intanto la Procura di Roma ha aperto una nuova inchiesta per omicidio.
Di questo si è parlato mercoledì scorso a Radio In 102 nel corso dell’ultima puntata del ciclo “L’Altrastoria”, in onda ogni terzo mercoledì del mese. Un progetto nato grazie alla cooperazione tra “L’altroparlante”, Scorta civica, ANTIMAFIADuemila ed MP (Movimento Poliziotti Democratici Riformisti). In studio lo speaker de "L'altroparlante", Mauro Faso, Aaron Pettinari (ANTIMAFIADuemila), Lorenzo Baldo (vicedirettore di ANTIMAFIADuemila e autore del libro “La mafia ordina-Suicidate Attilio Manca”, edito da Imprimatur) il Segretario Generale Provinciale di MP Giovanni Assenzio e Adriana Gnani, membro di Scorta civica. Hanno voluto approfondire le varie fasi della vita del magistrato. In collegamento telefonico Antonio Ingroia, legale della famiglia Manca, e la madre dell’urologo barcellonese, Angelina Manca.

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