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moby prince wikipediaLa Procura la vuole acquisire
di AMDuemila
Chi ha affondato la Moby Prince, il traghetto che la sera del 10 aprile 1991 entrò in collisione con la petroliera Agip Abruzzo provocando la morte di 140 persone nella rada di Livorno? Nonostante tre processi la magistratura non è riuscita ad individuare i colpevoli di quello che viene ritenuto come il disastro più grande della marina italiana. Dal 22 aprile 2015 il Senato ha istituito una Commissione parlamentare d’inchiesta per far luce sulle cause della tragedia e nei giorni scorsi è emerso un dato che potrebbe aiutare a far luce su quanto avvenuto.
Nei giorni scorsi, infatti, Il Fatto Quotidiano ha riportato la notizia dell’esistenza di un documento segreto dell’ex Sismi, il servizio segreto militare, declassificato dalla Commissione rifiuti lo scorso 8 febbraio. All’interno vi è un importante riferimento al disastroso incendio del traghetto Moby Prince.
Una strage che gli 007 militari dell’epoca inserivano in una sorta di mappa concettuale dedicata al “traffico di materiale bellico recuperato, di scorie nucleari e di armi”, inviata il 3 aprile 2003 alla Divisione ricerca e antiproliferazione dell’ex Servizio segreto militare. Accanto alla mappa vi era anche una nota su Giorgio Comerio, ingegnere di Busto Arsizio che negli anni 90 progettava di inabissare le scorie nucleari sui fondali marini servendosi di siluri penetratori, inquisito da diverse procure italiane ma mai condannato per reati ambientali.
Il disastro della Moby Prince, dunque, viene accostato al “traffico di materiale bellico recuperato” proveniente dalla prima guerra del Golfo, dall’Iraq.
Per anni la Procura di Livorno non ritenne valida la pista che portava al traffico d’armi. Questa invece venne seguita da diverse inchieste giornalistiche che hanno ricostruito la presenza nella rada di navi militari americane e di mercantili sospettati di essere coinvolti nei traffici.
Vista la novità recente il procuratore capo di Livorno, Ettore Squillace Greco, ha detto di voler acquisire quella nota desecretata ed ha già annunciato che “se emergeranno nuovi elementi concreti siamo pronti a riaprire le indagini anche se per riaprire le indagini occorrono elementi significativi: non si possono illudere i parenti delle vittime”.

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