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1 eu enPresentato il rapporto di Transparency International
di Aaron Pettinari - Grafici
Dal sessantunesimo al sessantesimo posto nella classifica del Rapporto sulla corruzione, pubblicato da Transparency International. E’ questo il piccolo passo in avanti compiuto dall’Italia rispetto allo scorso anno con un punteggio di 47 su 100, dove 0 corrisponde a "molto corrotto" e 100 "per nulla corrotto”.
Il rapporto è stato presentato questa mattina presso l'Autorità Nazionale Anticorruzione, da Virginio Carnevali, Presidente di Transparency International Italia, e Raffaele Cantone, Presidente di A.N.AC. i quali hanno esposto la propria opinione sulle priorità in campo di anticorruzione da portare avanti nel 2017.
Il documento misura la corruzione percepita nel settore pubblico e politico in 176 paesi nel Mondo, calcolato sulla base dei pareri raccolti, non tra i cittadini, ma tra uomini del mondo dell’economia ed esperti nazionali.
Proprio Transparency International ha più volte spiegato che “la corruzione generalmente prevede attività illegali intenzionalmente occultate, che vengono scoperte sono grazie a scandali, inchieste e processi”. Dunque “non esiste un modo affidabile per calcolare i livelli assoluti di corruzione di Paesi o territori sulla base di dati empirici oggettivi”. Perciò il rapporto di Transparency ci permette di leggere lo stato della “reputazione” del nostro Paese nel mondo, con una ripercussione inevitabile anche sulla nostra economia e sulla nostra società.


Così cresce il populismo
Nella nota trasmessa da Transparency viene evidenziato come “il 2016 ha mostrato chiaramente come corruzione e ineguaglianza, strettamente connesse e diventate ormai sistemiche, siano in grado di alimentare il crescente populismo e il disincanto dei cittadini nei confronti della politica in tutto il mondo”.
Per José Ugaz, presidente di Transparency International “Non possiamo permetterci il lusso di sprecare altro tempo. La lotta alla corruzione va portata avanti con la massima urgenza se davvero vogliamo che la vita delle persone del mondo possa migliorare”.
Ancora una volta Danimarca e Nuova Zelanda (90 punti) sono le più virtuose; seguono Finlandia (89) e Svezia (88). Un dato che secondo Transparency “non sorprende” in quanto “questi stessi Paesi sono quelli che possiedono le legislazioni più avanzate in fatto di accesso all’informazione, diritti civili, apertura e trasparenza dell’amministrazione pubblica”. Sempre guardando la classifica si evince che Germania e Regno Unito (81) sono al 10/mo posto, la Francia al 23/mo (69). Fanalino di coda la Somalia (10), immediatamente preceduta da Sud Sudan (11), Corea del Nord (12) e Siria (13). Il Cpi mostra che in generale la percezione della corruzione è aumentata: "sono più i Paesi che hanno perso punti di quelli che ne hanno guadagnati".

Focus Italia
L'Italia ha migliorato leggermente rispetto lo scorso anno. E’ infatti sessantesima, affiancata da Cuba, ed è terzultima nella classifica dei Paesi Ue. Anche se è "ancora troppo poco", "il trend positivo è indice di uno sguardo più ottimista sul nostro Paese da parte di istituzioni e investitori esteri". Dal 2012, quando fu varata la legge anticorruzione, a oggi l'Italia ha riconquistato 12 posizioni nel ranking mondiale, portandosi dal 72/mo al 60/mo posto. "Anche in Europa si sta lentamente risalendo la china, dall'ultima posizione alla terzultima, con solo un punto di differenza dai Paesi più avanti", cioé Romania e Ungheria. Dopo l'Italia, nell'Ue, ci sono solo Grecia (69/mo) e Bulgaria (75/mo). Il punteggio dell'Italia, in questi ultimi anni, "ha subito un costante, seppur lento, miglioramento passando dal punto più basso, toccato nel 2011 con 39 su 100 all'attuale 47 su 100. Rispetto all'anno scorso l'Italia ha guadagnato 3 punti, che per un indicatore con scostamenti minimi tra un anno e l'altro, indica un miglioramento significativo", conclude il Rapporto.

Le parole di Carnevali e Cantone
In occasione della presentazione dell’edizione 2016 del CPI, Transparency International Italia e A.N.AC. hanno firmato un protocollo attuativo che consentirà di gestire al meglio le segnalazioni dei whistleblower del settore pubblico. “Il tema della tutela dei cosiddetti whistleblower, cioè di coloro che decidono di segnalare un caso di corruzione di cui vengono a conoscenza, è ritenuto fondamentale da Transparency International Italia, che da anni sta spingendo per l’approvazione di una norma che garantisca loro tutele e protezioni efficaci” ha dichiarato Virginio Carnevali, Presidente di Transparency International Italia, richiamando nuovamente il Senato, che ormai da quasi un anno ha in mano il disegno di legge già approvato alla Camera. Da parte sua il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha sottolineato come “sia necessaria e fondamentale la partecipazione dell’associazionismo per la lotta alla corruzione. Da domani le segnalazioni di Transparency International Italia verranno passate ad ANAC e la firma del Protocollo, che va ad ampliare quello già siglato l’anno scorso, porterà al l’incentivazione del numero delle denunce a livello della pubblica amministrazione, a cui teniamo molto”.
Sempre Cantone ha evidenziato come "il CPI di Transparency International è’ l’unica graduatoria che ci permette di fare una valutazione. Dà un’immagine del tasso di corruzione di un Paese e questa che riguarda la percezione dei cittadini e degli operatori economici. Questa denota la crisi di sfiducia nelle istituzioni. C’è però oggi attendibilità fra tassi di crescita economica e miglioramento nella posizione del CPI, il trend è un segnale due volte positivo: l’Italia ha guadagnato 8 posti l’anno scorso e un posto quest’anno” “I cittadini sentono che c’è forte il tema della corruzione e se ne parla parecchio – continua Cantone - ma se ne parla molto anche perché si sta lavorando per combatterla. Si avverte che la fiducia sta crescendo nelle istituzioni, perché altrimenti’ non si spiegherebbe il trend positivo. E anc he la conseguente lieve, ma certa crescita economica” E poi ancora: "Siamo penultimi in Europa. Siamo in zona retrocessione, ma l’inversione di tendenza mi auguro non venga messa in discussione, perché siamo uno strano Paese. Chiediamo gli effetti delle mani libere però non appena si attuano gli effetti delle mani libere si verificano oggettivamente degli scandali. È un equilibrio difficilissimo da trovare, equilibrio che non blocchi l’economia attraverso altra burocrazia e iper-regolamentazioone. Non vogliamo perciò lavorare su un’eccessiva burocratizzazione, poiché abbiamo visto a cosa portano gli eccessi di deregulation e sono da evitare

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