Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

fava garofaloIl procuratore di Reggio Calabria: Attentati maturati nell’ambito della strategia stragista
di AMDuemila
A distanza di 23 anni continua, da parte dei famigliari, la richiesta di verità e giustizia per la morte dei due carabinieri Antonio Fava e Vincenzo Garofalo, uccisi da un comandando di 'ndrangheta il 18 gennaio 1994 sulla autostrada A3. E' stato il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, presente ieri alla commemorazione, ad annunciare possibili svolte nelle indagini: “In quel periodo ci furono altri tentativi di omicidio nei confronti di militari dell’Arma: un piano di adesione a quello stragista su cui, come Procura di Reggio - ha dichiarato alla stampa - abbiamo lavorato e spero a breve di avere delle notizie da potervi riferire. Al momento, ci sono due condannati, ma la storia giudiziaria non ci ha ancora aperto quella pagine di verità che vorremo fosse scritta”.
Ad oggi infatti, per l'omicidio sono stati condannati solo gli esecutori materiali Giuseppe Calabrò e Consolato Villani, uomini ritenuti affiliati alla cosca reggina dei Lo Giudice.
Ed è proprio Consolato Villani, oggi collaboratore di giustizia, a raccontare i retroscena di quell'omicidio, facendo supporre che gli attentati contro i militari facessero parte di un piano ampio che chiama in causa anche la mafia siciliana che proprio in quegli anni stava portando avanti la strategia stragista con gli attacchi 'in continente’.
Giuseppe Calabrò mi disse che dovevamo fare un'azione di fuoco contro i Carabinieri, contro lo Stato - ha detto Villani, deponendo al processo trattativa stato-mafia - (...) mi fece capire che dovevo eseguire e basta senza fare domande e che si doveva colpire lo Stato in maniera di intimorirlo per creare caos generale”.
Parlando poi di un terzo attacco contro i carabinieri a cui partecipò che causò gravi feriti, il pentito ha detto: “Calabrò, dopo il terzo attentato, mi disse che la ‘gazzella’ dei carabinieri aveva dei documenti importanti in macchina. Io non so perché lo sapesse, non l'abbiamo mai approfondita. Ha nominato la Uno bianca, quello che succedeva in Sicilia”.
Anche il pentito di Cosa Nostra Gaspare Spatuzza in passato aveva raccontato dei legami tra cosa nostra e 'ndrangheta.

In foto da sinistra: gli appuntati Antonio Fava e Vincenzo Garofalo

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos